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Orsola Razzolini

Professionisti in cerca di subordinazione: il punto della giurisprudenza

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 186 / 2025

Nel contributo si esaminano la recente sentenza della Corte di cassazione 4 novembre 2024 n. 28274 e quella del Tribunale di Gorizia del 23 gennaio 2025 n. 19. La prima riguarda il caso di un’avvocata collaboratrice di un grande studio legale che aveva chiesto la riqualificazione del rapporto di lavoro intercorso per tredici anni come subordinato. La seconda affronta il caso di tre professioniste, collaboratrici di uno studio di consulenza, la cui prestazione era stata ricondotta dall’Itl all’art. 2, c. 1, d.lgs. n. 81/2015. Le diverse risposte offerte dalla giurisprudenza ai due casi sono lo spunto per affrontare alcuni problemi di fondo quali la compatibilità con il principio di indisponibilità del tipo dell’art. 2, c. 2, lett. b, d.lgs. 81/2015, che esclude i professionisti iscritti ad albo dall’ambito di applicazione del c. 1 e, più in generale, la crescente ricerca di subordinazione da parte dei liberi professionisti, specialmente giovani.

Anna Alaimo, Rosa Di Meo

Politiche attive del lavoro e formazione nella doppia transizione: impresa, sindacato e contrattazione collettiva

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 186 / 2025

Il saggio affronta il tema delle politiche attive e della formazione, intendendo quest’ultima quale strumento che può consentire la qualificazione o riqualificazione dei lavoratori nelle transizioni occupazionali, quando cioè sono ancora formalmente dipendenti. L’analisi si incentra sugli strumenti legali e contrattuali attualmente presenti nel nostro ordinamento e offre alla discussione i risultati di una indagine empirica sul modo in cui imprese e sindacato affrontano le crisi aziendali, anche nell’ottica dell’attuazione dell’art. 2086 c.c.

Juan Bautista Vivero Serrano

Licenziamento e norme internazionali: la recente giurisprudenza spagnola

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 186 / 2025

In Spagna rivestono un’importanza crescente in tema di disciplina dei licenziamenti, oltre alle norme dell’Unione europea, anche le norme dell’Organizzazione internazionale del lavoro e la Carta sociale europea. In particolare, nel 2024 sono state adottate due importanti sentenze della Corte Suprema di Cassazione che si occupano estesamente anche della Convenzione n. 158 dell’Oil. Nel luglio 2025 la Corte Suprema si è pronunciata sul controverso art. 24 della Carta sociale europea riveduta, dopo che il Comitato europeo dei diritti sociali ha censurato la normativa spagnola come aveva già fatto in precedenza con le normative finlandese, italiana e francese. L’interpretazione conforme e il controllo diffuso di convenzionalità rappresentano tecniche giudiziarie sempre più presenti nel diritto del lavoro vivente spagnolo.

Luca Nogler

Repêchage e licenziamento per inadempimento di scarsa importanza: sul dopo Corte cost. n. 128 e n. 129 del 2024

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 186 / 2025

Il saggio muove dall’obiettivo di individuare le soluzioni ai due più urgenti problemi aperti dalle sentenze n. 128 e 129 del 2024 della Corte costituzionale relative alla riforma dei licenziamenti del 2015. La prima proposta consiste nel quantificare il mancato assolvimento dell’onere di repêchage in 15 mensilità di retribuzione; la seconda, nell’includere all’interno del giudizio sulla sussistenza o meno del fatto-inadempimento anche la valutazione della gravità di quest’ultimo; gravità che non deve essere confusa con la proporzionalità della sanzione espulsiva.

Antonio Pérez-Sánchez

Identificazioni primitive e processo psicoanalitico

PSICOANALISI

Fascicolo: 1 / 2025

Il lavoro si basa sul presupposto che la costruzione dell’identità risieda nell’interazione tra identificazioni proiettive e introiettive. Tuttavia, le difficoltà nell’interazione con l’oggetto, volte a evitare la realtà dolorosa insopportabile, danno origine a distorsioni nella percezione dell’oggetto e, di conseguenza, a identificazioni inappropriate. In questa prospettiva, il compito dell’analista è quello di evidenziare tali identificazioni errate nella relazione analitica, consentendo al paziente di ricostruire la propria identità in modo più coerente con la propria realtà psichica. Viene studiato un caso di disturbo alimentare, rivisitando il concetto di corpo primitivo come gestore delle emozioni, come ho già delineato in un altro lavoro. Ora, viene esplorato il coinvolgimento di questo corpo primitivo nella costruzione e nell’organizzazione dell’identità.

Michael Parsons

Discussione dell’articolo di Laurence Kahn Le deviazioni della libertà

PSICOANALISI

Fascicolo: 1 / 2025

Il lavoro di Laurence Kahn dimostra che la libertà implica una tensione tra elementi opposti; e che sostenere la libertà, accettando tale tensione, richiede impegno. Due termini tedeschi per libertà – Freimachen e Befreien – hanno significati diversi. Freimachen (usato in particolare da Joseph Goebbels) significa liberare qualcuno (o qualcosa) per scopi strumentali, mentre Befreien denota un senso di liberazione interiore che regimi totalitari come il nazismo non possono tollerare. Il godimento della libertà dipende dall’accettazione della sua restrizione in determinate circostanze. All’epoca in cui Freud scrisse Mosè e il monoteismo, i nazisti rifiutavano qualsiasi restrizione della loro libertà e, di conseguenza, il progresso stava sprofondando nella barbarie. Laurence Kahn illustra queste problematiche nella situazione clinica. Descrive pazienti che erano autoimprigionati psicologicamente o rifiutavano qualsiasi inibizione dei propri impulsi. Il lavoro analitico li ha aiutati ad abbandonare posizioni così estreme e a trovare un tipo di libertà più sfumato, che potesse essere più creativo. La distruzione della Frauenkirche durante il bombardamento di Dresda e la sua successiva ricostruzione, nonché il Congresso IPA del 1985 ad Amburgo – il primo Congresso IPA tenutosi in Germania dopo la Seconda Guerra Mondiale – sono esempi storici straordinari dell’impegno profuso per sostenere la vera libertà.

Laurence Kahn

Le deviazioni della libertà

PSICOANALISI

Fascicolo: 1 / 2025

Dall’Illuminismo, che ha ispirato il progetto psicoanalitico, all’osservazione, sostenuta dal nazismo, dell’irrimediabile divario tra progresso tecnico e progresso nella vita dello spirito, il percorso di Freud parla del disordine del nostro tempo. In che modo le imperative esigenze di libertà, sia a livello individuale che collettivo, sono diventate la forza trainante dell’indefettibile capacità umana di annientare? Quale ruolo giocano gli ideali, così essenziali nella lotta per una comprensione razionale dell’irrazionale, in una tale frustrazione delle speranze di emancipazione? Cosa rimane dei benefici dell’eterogeneità conflittuale, che apre all’autonomia? Un giudizio errato della realtà; una paura fuori luogo dell’angoscia, presumibilmente protettiva; l’infiltrazione del nostro pensiero da parte della soddisfazione dei nostri desideri; il nostro “sentimento di libertà” che Winnicott afferma essere parte della salute dell’individuo, sembra danneggiato, e il peso del determinismo pulsionale non può essere incriminato da solo. Sotto l’egida dell’autoconservazione, le identificazioni alienanti sembrano saldare ciecamente la “maggioranza compatta”. Sarebbe ora una questione di libertà di autodistruggersi?

A cura della Redazione

Premessa

PSICOANALISI

Fascicolo: 1 / 2025

Alessandro Ruggieri

Stare a galla senza salvagente. Paura, bisogno e desiderio di dipendere in analisi

PSICOANALISI

Fascicolo: 1 / 2025

Verrà presentato l’estratto di un caso clinico. Si rifletterà sulla condizione umana che non si presta a facili e rigide categorizzazioni, tantomeno se queste sono basate sui comportamenti. Per comprendere il reale funzionamento e le potenzialità di una persona sono necessari tempi lunghi e una relazione di sufficiente vicinanza emotiva. Momenti difficili della vita o circostanze particolari possono indurre una persona ad assumere condotte che forse non avrebbe messo in atto in situazioni maggiormente favorevoli. La condotta sintomatica necessita di venire accolta per favorire la riconciliazione con sé stesso del paziente: può essere la conseguenza di una regressione difensiva, talvolta anche non priva di rischi, con sacrificio di libertà e vitalità, per la necessità di certezze rassicuranti rispetto ad angosce profonde di integrazione, spesso poco o per nulla consapevoli. Per valutare l’andamento di un’analisi occorre tenere in mente non solo le azioni di un paziente ma la relazione tra queste e le fantasie inconsce nonché con l’evoluzione nel tempo e nella relazione. Un tema centrale dell’analisi di Marta, e forse di ogni percorso analitico, è quello della dipendenza. Questo problema merita un’attenta riflessione, in particolare per quanto riguarda scelte terapeutiche complesse come la frequenza delle sedute.

Jona Kozdine

E se Enea è una donna

PSICOANALISI

Fascicolo: 1 / 2025

In questo lavoro racconto il processo terapeutico e la costruzione identitaria di una giovane adolescente albanese di nome Enea approdata in Italia in maniera clandestina attraverso la tratta dei Balcani. La psicoterapia ad orientamento psicoanalitico vis a vis con tre sedute settimanali ha permesso attraverso una vicinanza geografica interna, facilitata anche dalla comune lingua madre, di elaborare e trasformare il dolore per le perdite famigliari. È stato centrale in una prima fase della terapia lavorare sull’inquietudine dell’esperienza emigratoria della ragazza, sul suo smarrimento, sulla paura ad affidarsi all’analista e sul senso di colpa per aver tradito la famiglia ed essere uscita dalla clandestinità. Le trasformazioni in psicoterapia sono state possibili attraverso un lavoro continuo transfert-controtransfert, che da un lato andava a toccare il tema della risonanza e rispetto dei propri tempi interni dell’adolescente e dall’altra il non rinunciare al compito evolutivo-conflittuale della crescita, che ha reso il viaggio terapeutico della paziente Enea un viaggio fondativo interno come quello dell’eroe della mitologia greco-romana.

Simona Argentieri

Imparare a desiderare

PSICOANALISI

Fascicolo: 1 / 2025

Il concetto di desiderio ha una rilevanza discontinua nel pensiero psicoanalitico. Sigmund Freud ne tratta prevalentemente in ordine alla contrapposizione tra bisogno – esigenza inderogabile su base biologica – e desiderio – evento psichico basilare, intrecciato con il processo ideativo e affettivo della creazione del mondo interno. Il sogno, via regia per l’inconscio secondo il noto aforisma freudiano, è la realizzazione del desiderio nella fantasia onirica. In altre epoche e secondo altri modelli post-freudiani, ha assunto invece una rilevanza centrale e peculiare.

Giovanna Ambrosio

L’inganno della tenerezza

PSICOANALISI

Fascicolo: 1 / 2025

L’incesto è un tema vasto e caleidoscopico, che ha accompagnato la storia culturale dell’umanità. In questo lavoro l’attenzione è focalizzata su alcuni casi clinici ambigui ed ibridi nei quali l’intimità psico-fisica tra padre/madre e figlia/figlio – collegata al funzionamento e alla collusione della coppia genitoriale e, più in generale, degli adulti di riferimento – scivola in modalità moleste, eccitanti, difficili da arginare proprio per la loro forma sfumata, segnata da un malinteso senso di tenerezza e protezione, inconsciamente perverso. Dall’esperienza clinica è possibile dedurre che quanto più precoci sono queste esperienze, tanto più determinano una disarticolazione della struttura e delle dinamiche intrapsichiche. Di conseguenza, è necessario esplorare i livelli precoci dell’organizzazione mentale per capire con quale assetto il paziente sia giunto al crocevia edipico, e come si siano quindi svolti i processi di scena primaria e poi di differenziazione, separazione, individuazione. Con l’aiuto di alcuni flash clinici, si illustrano tali esperienze nella dimensione transferale e controtransferale.

Il saggio si propone di valutare se il consenso al trattamento dei dati personali, prestato dall’utente per la fornitura ‘apparentemente gratuita’ di contenuti o servizi digitali, possa essere dedotto all’interno di un rapporto obbligatorio come alternativa al pagamento di un corrispettivo pecuniario. Muovendo dall’analisi dell’art. 1174 c.c., l’indagine ha permesso di rilevare l’equivoco di fondo contenuto nella concezione secondo la quale i dati personali rappresentano la ‘controprestazione’ della fornitura del contenuto o servizio digitale. La consequenzialità logica con cui ne risulta confermata la funzione di corrispettivo per il servizio fornito, in virtù del relativo sfruttamento commerciale da parte dell’operatore digitale, sembra celare una confusione tra patri¬monialità della prestazione e patrimonialità dell’interesse del creditore. Il consenso al trattamento dei dati personali, pur essendo coinvolto in una programmazione d’interessi contrattuali, risulta funzionale alla realizzazione di un processo di autodeterminazione informativa che accompagna l’operazione economica senza giustapporsi al consenso contrattuale.

Il saggio propone una riflessione critica sullo statuto regionale come fonte del diritto. A venticinque anni dalla seconda stagione statutaria che ha interessato l’ordinamento costituzionale italiano, è il momento di ritornare su una questione ancora non risolta né dalla giurisprudenza costituzionale né dalla dottrina in merito al contenuto statutario ultroneo a quello costituzionalmente definito. La più recente pronuncia della Consulta statutaria della Regione Toscana dimostra come il tema debba essere affrontato e risolto. Senza voler svalorizzare l’ampia riforma costituzionale italiana degli anni Duemila, si sottolinea, però, che solo un convincimento di ‘onnipotenza’ da parte delle Regioni, che consente di operare in un quadro di tipo simil federale e caratterizzato dall’esistenza di pochi limiti, ha potuto spingere tutti i legislatori regionali a riformare gli statuti prevedendo in essi un contenuto di principi e di diritti. La Corte costituzionale italiana, con decisioni di inammissibilità – per ragioni sostanziali anziché formali –, ha ricondotto tali disposizioni statutarie a enunciazioni aventi solo, ed esclusivamente, valore politico e culturale, inidonee, quindi, a ledere qualsiasi competenza. Solo cogliendo le tensioni politiche presenti, seppur con intensità diverse, nel tempo e nello spazio, si può trovare una spiegazione alla non sempre lineare giurisprudenza del massimo organo della giustizia costituzionale italiana, che prima o poi, però, dovrà assumere una decisione sul punto che sia definitiva, a condizione che risulti sostenibile dal punto di vista di teoria generale, a differenza di quanto avviene attualmente.

Katia Blairon

Le régionalisme forestier. Eléments pour une politique publique forestière

CITTADINANZA EUROPEA (LA)

Fascicolo: 1 / 2025

Incluse dans une répartition théorique des compétences des Etats régionalisés, la forêt cultive son particularisme dans des formes d’Etats elles aussi spécifiques: ici une République italienne des autonomies, là un Etat autonomique espagnol. Son régionalisme constitue une sorte d’asymétrie dans l’asymétrie des Etats régionaux. Considérée comme une ‘matière’ attribuée à un pouvoir politique (1), la forêt déborde rapidement cette classification par son inclusion dans différentes politiques publiques transversales (2). Interrégionale en raison de sa vocation multifonctionnelle définie au sens large, la forêt s’insère dans un constitutionnalisme global multiniveau émergent (3).

Antonia Nigro

Il contenzioso climatico alla ricerca del giudice naturale

CITTADINANZA EUROPEA (LA)

Fascicolo: 1 / 2025

Il contributo analizza la recente sentenza pronunciata dal Tribunale di Roma nota come “Giudizio Universale”, anche alla luce della pronuncia della Corte di Strasburgo nel caso KlimaSeniorinnen c. Svizzera, al fine di evidenziare le difficoltà di sindacare l’inerzia degli Stati a porre in essere delle misure tendenti a contrastare i cambiamenti naturali dovuti al riscaldamento globale e, quindi, al mutamento climatico che ne è derivato.

I contenziosi climatici basati sui diritti umani pongono alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) la sfida di conciliare la natura collettiva degli interessi ambientali con l’impostazione individuale della Convenzione, che esclude l’actio popularis. Il contributo analizza la sentenza KlimaSeniorinnen v. Switzerland come tappa rilevante nella giustizia climatica, mettendo in luce le tensioni tra l’art. 34 CEDU e le istanze collettive del contenzioso ambientale. La Corte adotta un doppio approccio: restrittivo verso i ricorrenti individuali, ridefinendo il concetto di “vittima” e alzando lo standard probatorio; più aperto verso le associazioni, con effetti che potrebbero indebolire il divieto di actio popularis. L’articolo riflette sulle contraddizioni e le implicazioni di questa giurisprudenza “a geometria variabile”, interrogandosi sulla capacità della CEDU di garantire accesso alla giustizia senza compromettere i principi strutturali della Convenzione. In conclusione, si valutano le prospettive del sistema CEDU di fronte alle sfide sistemiche e intergenerazionali poste dal cambiamento climatico.

Giovanni Maria Caruso, Emanuele Guarna Assanti

Il diritto al clima e la c.d. climate change litigation: prospettive, strumenti e limiti nella tutela degli interessi adespoti

CITTADINANZA EUROPEA (LA)

Fascicolo: 1 / 2025

Il saggio analizza le sfide giuridiche poste dalla tutela di un nuovo, emergente interesse ambientale, quello climatico. Nell’epoca dell’antropocene, il diritto del clima, caratterizzato da obblighi internazionali che tuttavia mancano di meccanismi sanzionatori efficaci, insieme alla crescente rilevanza della climate change litigation, esemplificata da casi emblematici proposti in tutta Europa, fa emergere l’inadeguatezza degli strumenti giuridici esistenti per la tutela degli interessi che la letteratura italiana è solita definire diffusi o adespoti. Evidenziati i limiti del diritto del clima, del contenzioso climatico e del caso italiano ‘Giudizio universale’ si evidenzia la necessità di un cambio di paradigma, sia nell’inquadramento del fenomeno, sia dell’interesse sottostante, per favorire l'adozione di strumenti più incisivi, in grado di garantire una governance climatica efficace e sostenibile.

Loretta Grassettini, Lorenzo Danesini, Elisabetta Conte, Lynne Jacobs, Paolo Migone, Dan Bloom

Milano, 15-16 novembre 2024: “Psicoterapia della Gestalt e Psicoanalisi contemporanee in dialogo”

QUADERNI DI GESTALT

Fascicolo: 1 / 2025

Questo articolo nasce dall’esperienza del convegno “Psicoterapia della Gestalt e Psicoanalisi contemporanee in dialogo”, organizzato dall’Istituto di Gestalt HCC Italy a Milano il 14 e 15 novembre 2024. Tra i relatori attesi vi era Donna Orange, la cui improvvisa scomparsa in un incidente stradale proprio in quei giorni ha profondamente segnato l’evento. Il convegno si è trasformato in uno spazio di dialogo intenso e commosso, in cui terapeuti e colleghi hanno condiviso il contributo personale e teorico che l’amicizia e il pensiero di Donna Orange hanno offerto allo sviluppo della psicoterapia della Gestalt. Il presente articolo raccoglie le trascrizioni degli interventi dei relatori presenti: Elisabetta Conte, Lynne Jacobs, Paolo Migone e Dan Bloom.