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Antonio Tommaso De Mauro

La rinuncia alla proprietà tra istanze egoistiche e funzione sociale

DE IUSTITIA ET IURE

Fascicolo: 1 / 2025

L’autore sostiene che l’istituto della rinuncia al diritto di proprietà debba essere visto e interpretato alla luce della funzione sociale attribuita a tale diritto dalla Costituzione. L’ammissibilità di detto istituto rischia di celare, dietro lo schermo del legittimo esercizio negativo di un diritto o dietro rivendicazioni libertarie, quello che in realtà può assurgere a un vero e proprio “abuso”, il cui unico fine sia quello di disfarsi di un bene divenuto scomodo. Il rischio è quello di avallare una concezione della proprietà privata quale manifestazione dell’egoismo del singolo soggetto privato da cui solo vantaggi, scaricando eventuali oneri e costi sulla collettività. Una concezione in contrasto sia con Cost. 42, che riconosce la proprietà privata indissolubilmente legata al perseguimento di una funzione sociale, sia con Cost. 2, che individua nel rispetto del principio solidaristico il pilastro fondamentale della convivenza democratica, certamente conculcato da condotte dismissive poste in essere su beni immobili considerati non più convenienti.

La violenza di genere rappresenta una delle violazioni più gravi e diffuse dei diritti umani nel contesto contemporaneo. Nonostante gli sviluppi normativi e giurisprudenziali, permane un divario significativo tra tutela formale e protezione effettiva delle vittime. Il presente articolo esamina l’evoluzione della normativa italiana in materia di violenza di genere, analizza le principali novità introdotte dalle recenti novelle legislative nel Codice penale e nel Codice di procedura penale.

Scorrendo l’ampio dibattito sviluppatosi negli ultimi anni sul tema della rinuncia abdicativa al diritto di proprietà immobiliare si possono evincere le radici profonde delle «gravi difficoltà interpretative» della questione al vaglio delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione. L’autore propone un affiancamento di tale dibattito con quello, alimentato da Bernhard Windscheid nella metà dell’Ottocento, sulla qualificazione dell’eredità giacente come «diritti senza soggetto». C’è, infatti, un denominatore comune che lega il dibattito sull’eredità giacente a quello attuale sul destino degli immobili vacanti: l’utilizzo delle medesime categorie giuridiche di matrice pandettistica, il “diritto soggettivo” e la “persona giuridica”. È nell’irriducibile alternativa tra questi due corni che si incunea il dibattito attuale sulla rinuncia alla proprietà immobiliare, i cui protagonisti non sembrano pienamente consapevoli delle radici storico-giuridiche di tale dilemma.

Il saggio offre una messa a fuoco del diritto di correzione come istituto del diritto medievale e moderno su cui l’autorità del capofamiglia fa leva per governare il nucleo domestico e assicurarne l’ordinato funzionamento e come dispositivo la cui disciplina pubblica regola il confine tra l’uso della forza legittima e l’esercizio abusivo di essa. In particolare, l’analisi s’incentra sul modo in cui lo ius corrigendi o castigandi è declinato nell’ambito del rapporto tra i coniugi attraverso una ricognizione delle fonti penali e civili prodotte in due momenti diversi ma correlati della storia delle normative operanti nella penisola: la stagione, eminentemente medievale, dello ius proprium, e la fase delle codificazioni, a cavallo tra XIX e XX secolo.

Redazione RGI

Informazione bibliografica

RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA

Fascicolo: 2 / 2025

Hein De Haas, Migrazioni. La verità oltre le ideologie. Dati alla mano (Fabio Amato) – Seth M. Holmes, Frutta fresca, corpi spezzati. Braccianti migranti negli Stati Uniti d’America (Giovanna Di Matteo) – Antonello Scialdone, Silvia Aru (a cura di), Educare alla cittadinanza nei contesti interculturali. Territori e prospettive di integrazione di studenti con background migratorio (Sara Bin) – Enrico Gargiulo, Contro l’integrazione. Ripensare la mobilità (Martina Iacometta) – Colleen Hammelman, Charles Z. Levkoe, Kristin Reynolds, Radical Food Geographies. Power, Knowledge, and Resistance (Ginevra Montefusco) – Davide Marino (a cura di), La narrazione delle politiche del cibo in Italia. Città, temi, attori (Chiara Spadaro) – Pierluigi De Felice, Maria Gemma Grillotti Di Giacomo, Dal campo al piatto. Le nuove geografie del sistema agroalimentare sostenibile (Chiara Spadaro) – Francesco Visentin, Geografie d’acqua: paesaggi ibridi (Marco Petrella) – Mirella Loda, Paola Abenante (a cura di), Cultural Heritage and Development in Fragile Contexts. Learning from the Interventions of International Cooperation in Afghanistan and Neighboring Countries (Andrea Pase) – Alberto Diantini, Accettazione sociale ed estrattivismo petrolifero (Cecilia Pasini) – Isabel Dumont, Tatuare la città. Per un’analisi geografica dell’arte urbana nello spazio pubblico (Patrizia Domenica Miggiano)

Il contributo analizza la dottrina giuridica della entry fiction, la quale prevede la possibilità di trattare la persona straniera nel territorio di uno stato come se si trovasse “fuori” da questo, scindendo così la presenza fisica da quella giuridica al fine di stabilirne i diritti in tema di asilo. Tesi del contributo è che la dottrina sia accompagnata da uno specifico modo di intendere il rapporto tra individuo e spazio, che può essere analizzato come un “senso” geografico capace di dare significato e legittimità a procedimenti e regimi giuridici che risulterebbero arbitrari in sua assenza. Tale senso è analizzato in chiave genealogica, partendo dalla sua più recente comparsa nelle cosiddette procedure di frontiera nel diritto UE in tema di asilo, per proseguire a ritroso in un percorso che arriva al diritto statunitense di fine XIX secolo, in cui la entry fiction fece la sua prima comparsa. Proprio questo contesto storico permette di analizzare il senso geografico della entry fiction rispetto alle politiche statunitensi del periodo, e in particolare la transizione degli USA in potenza imperialista. Il contributo ricostruisce dunque la genealogia della dottrina al fine di evidenziarne i presupposti politici e storici e dimostrare come la sua carica esclusoria sia radicata in un immaginario geografico-giuridico vecchio più di un secolo.

Alessia Toldo, Carlo Genova

Foodscape vegani. Un’indagine esplorativa sul rapporto fra luoghi, persone e cibo a Torino

RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA

Fascicolo: 2 / 2025

L’articolo esplora i foodscape vegani nella città di Torino, analizzando le relazioni tra identità vegane, pratiche alimentari e spazio. Dalla ricerca emergono diverse configurazioni di foodscape, da quelli di resistenza al sistema alimentare dominante a quelli pienamente integrati nella grande distribuzione, con forme ibride intermedie. L’analisi evidenzia come gli spazi del cibo influenzino il mantenimento delle pratiche vegane e come queste, a loro volta, ridefiniscano i paesaggi alimentari urbani.

Mirella Loda, Angeliki Coconi

Mobility as a lens of social engagement in the urban context: The case of Florence university students

RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA

Fascicolo: 2 / 2025

Mobility has long been recognised by the social sciences as a particularly effective lens through which to analyse the functioning of an urban system from multiple perspectives. This study focuses on both routine and leisure mobility of the student population – a significant component in a university city like Florence – to examine both the adoption of sustainable mobility models and the extent and forms of participation in the city’s socio-cultural life. The study demonstrates the efficacy of analysing mobility as a methodological tool in urban social research, highlighting its potential to detect dynamics of inclusion and/or exclusion.

L’articolo si propone di testare l’utilizzo delle lenti interpretative del concetto di Social licence to operate (SLO) come strumento di analisi delle complesse dinamiche che regolano i conflitti ambientali. L’area di studio è la concessione Val d’Agri, in Basilicata, situata nella principale area petrolifera italiana. Le interviste semistrutturate ad alcuni attori locali hanno permesso di indagare le componenti chiave della licenza sociale (legittimità, credibilità e fiducia) evidenziando delle criticità nella relazione conflittuale fra impresa e comunità locale, condizionata da un legame territoriale molto profondo con il petrolio. La SLO, nell’accezione presentata in questo contributo, può rappresentare un importante campo di applicazione anche al di fuori dell’industria, dove è nata, come all’interno della sfera di competenza delle istituzioni locali.

Cristina Capineri, Giacomo-Maria Salerno, Venere Stefania Sanna

Scienza partecipata e coinvolgimento di attori locali. Una lettura territoriale del modello a quintupla elica a partire dal caso del bacino del fiume Ombrone

RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA

Fascicolo: 2 / 2025

Nell’ottica di elaborare modelli di produzione di conoscenza volti a favorire l’apprendimento reciproco tra scienza e società, l’articolo sviluppa una proposta teorico-metodologica di applicazione del “modello a quintupla elica” al processo di individuazione e coinvolgimento di attori locali e sovralocali nell’ambito di progetti di citizen science. In particolare, il contributo fa riferimento al percorso sviluppato dal progetto CS4RIVERS, dedicato al monitoraggio, alla preservazione e al ripristino della biodiversità del bacino del fiume Ombrone senese e grossetano. All’interno di questo contesto, il modello a quintupla elica viene utilizzato per mappare e analizzare gli attori coinvolti con l’obiettivo di ricomporre un sistema di relazioni capaci di produrre conoscenze place-based, restituendone le dimensioni multiscalare, multilivello (in relazione agli attori coinvolti) e multisettoriale (in relazione agli interventi di policy), volte all’individuazione di strategie di governance territoriale capaci di attivare processi di transizione alla sostenibilità.

Nicolò Matteucci

Spazi del cosmopolitismo: una riflessione critico-geografica

RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA

Fascicolo: 2 / 2025

In un momento storico in cui è manifesta l’incapacità del sistema-mondo di contenere lo spazio nella logica territoriale degli Stati-nazione, e in cui le crisi planetarie mettono in discussione la sopravvivenza umana, questo articolo riflette sulla necessità di recuperare il cosmopolitismo nel dibattito accademico in ambito geografico. Dialogando con gli approcci femministi, post-strutturalisti, post- e de-coloniali, la prima sezione discute le recenti proposte per ripensare la convivialità planetaria nell’era della globalizzazione neoliberale. La seconda sezione, da un lato, definisce il cosmopolitismo da una prospettiva critico-geografica, ricostruendone le origini nella rappresentazione cartografica del globo from above e, dall’altro, si ricollega alla teoria geografica di David Harvey mettendola in relazione agli ‘spazi del cosmopolitismo’. La terza sezione conclude il saggio proponendo alcune considerazioni finali sulla rilevanza del cosmopolitismo.

Angela Arsena, Giada Prisco, Grazia Romanazzi

Oltre le gabbie: motivazioni, aspettative, percezioni e speranze del corpo docente in formazione

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 1 / 2025

L’articolo esplora il punto di vista dei cosiddetti “insegnanti ingabbiati” in occasione della formazione prevista dal percorso abilitante 30 CFU del DPCM del 4 agosto 2023. Adottando le coordinate metodologiche della Reflexive Thematic Analysis, il presente contributo si sofferma sulle dinamiche che influenzano le motivazioni, le aspettative, le percezioni e le speranze del corpo docente in formazione. Le riflessioni emerse restituiscono un orizzonte narrativo da cui traspare un’identità professionale ambivalente fra struttura e soggettività, fra funzione e persona che interpella profondamente le politiche della formazione.

Michele Zedda

Notes on the relevance of the comparative method

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 1 / 2025

Tra i metodi di ricerca della pedagogia, quello comparato è molto efficace di fronte ai nuovi problemi educativi, la cui dimensione planetaria esige il confronto di più realtà. Nell’attuale contesto, sempre più multietnico, la pedagogia comparata rivela una grande utilità teorica e pratica. In particolare, le ricerche sui sistemi scolastici, europei e dei paesi lontani, aiutano a meglio pensare l’inclusione nelle nostre scuole. Per quanto ben fondato e ormai affinato, il metodo comparato deve però intensificare il dialogo con la pedagogia interculturale, dal quale avrebbe notevoli vantaggi. Dopo aver richiamato le peculiarità del metodo comparato, l’autore ne evidenzia l’efficacia nel dare risposta ai problemi educativi odierni, in vista di una scuola più inclusiva e interculturale.

L’integrazione delle tecnologie educative rappresenta una direttrice centrale delle politiche scolastiche italiane sin dagli anni ’80, con un rilancio significativo grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Tuttavia, le innovazioni promosse hanno spesso prodotto risultati inferiori alle aspettative: sebbene le TIC abbiano migliorato la progettazione didattica individuale, l’impatto diretto sull’apprendimento in aula è rimasto modesto, nonostante venga loro riconosciuto il merito di aver incrementato la motivazione degli studenti. L’introduzione disomogenea delle tecnologie, determinata da risorse limitate e decisioni locali, insieme a una formazione docente inadeguata, ha contribuito ad ampliare il divario digitale, emerso con particolare evidenza durante la pandemia. La mancanza di framework operativi e di percorsi formativi concreti ha alimentato diffidenze verso le tecnologie emergenti considerate troppo distanti dalle reali esigenze didattiche, incluse l’Intelligenza Artificiale (AI) e l’Intelligenza Artificiale Generativa (GAI), nonostante il loro potenziale trasformativo come nel caso di ChatGPT. Superare queste criticità richiede l’elaborazione di linee guida integrate che coniughino dimensioni pedagogiche e tecnologiche, favorendo un’adozione più consapevole e strutturata delle innovazioni digitali nella scuola.

Zoran Lapov

Osservare etnograficamente i processi formativi

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 1 / 2025

Condurre un percorso esplorativo in educazione richiede una strumentazione metodologico-operativa che consenta di osservare da vicino e con continuità i fatti socio-pedagogici: sotto questo profilo, il metodo dell’osservazione etnografica si rivela uno strumento di rilevazione capace di contribuire efficacemente alla realizzazione di siffatto proposito di ricerca. Considerando il fatto che l’osservazione etnografica in educazione non sempre emerge nettamente come metodologia autonoma, essendo al contempo interconnessa con altri filoni metodologici, la presente riflessione si propone di approfondire e rilanciare l’impiego del metodo osservativo, quale dispositivo metodologico che si snoda tra la ricerca empirica (partecipata, sul campo) e la ricerca qualitativa in prospettiva interculturale e interdisciplinare.

This article aims to explore the epistemological foundations of physical education within the context of Society 5.0, examining the tension between empirical-experimental approaches and holistic perspectives in understanding embodied learning processes. Drawing on Buyse's pioneering integration of scientific methods into pedagogy, this paper proposes physical literacy as a transdisciplinary framework that bridges theoretical foundations and empirical methodologies in physical education research. Through critical analysis of contemporary research paradigms, the article identifies the convergence of bioecological, phenomenological, and critical realist perspectives that characterize the evolving epistemology of physical education. The analysis reveals how physical literacy offers a comprehensive framework for understanding the multidimensional nature of embodied learning, encompassing cognitive, affective, physical, and environmental domains while addressing the ethical implications of educational research. This integrated approach transcends the traditional dichotomy between qualitative and quantitative methodologies, enabling a more nuanced understanding of physical education that aligns with the complex demands of Society 5.0 while honoring the axiological dimensions of pedagogical science.

Maria Vincenza Raso

Modéliser l’agir éducatif dans la gestion des conflits. Enjeux méthodologiques et défis pédagogiques

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 1 / 2025

À partir des résultats issus d’une étude qualitative, cet article se propose de mener une réflexion sur les finalités de la recherche en éducation et sur ses enjeux méthodologiques au regard de la complexité des pratiques et des contextes éducatifs. Précisément, notre étude interroge le discours de 49 enseignantes de l’éducation préscolaire et de l’école primaire sur leurs réponses éducatives dans la gestion des interactions entre élèves, notamment lors de situations de conflit. Nous nous sommes ainsi trouvés face à un défi majeur, celui de concevoir un modèle d’analyse de l’agir éducatif qui à la fois respecte la complexité des écosystèmes éducatifs et apporte une contribution à la compréhension des pratiques enseignantes, au service de la formation initiale et continue.

Giorgia Rita De Franches, Elif Gulbay

Improving student wellbeing and learning through serious games and active breaks

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 1 / 2025

In a context where education requires innovative approaches to maintain students' attention and increase their engagement, active breaks and Serious Games emerge as effective tools to improve well-being and learning. Active breaks, short physical or cognitive intervals, reduce mental fatigue and increase concentration (Pastor-Vicedo et al., 2024; Masini et al., 2023). Serious Games, on the other hand, promote the acquisition of academic and socio-emotional skills through interactive and engaging learning (Papoutsi, Drigas & Skianis, 2022; Mulcahy & Zainuddin, 2021). Recent studies show that both tools improve motivation, reduce learning anxiety and enhance metacognitive skills (Papanastasiou & Drigas, 2017; Flogie et al., 2020). The integration of these tools into teaching can transform the entire educational experience, making it more dynamic and effective. This study explores their impact on teaching, highlighting how to optimize the learning process and student well-being.

Nicole Murroni, Silvia Cau, Marta Pellegrini

Il Multi-Tiered System of Support (MTSS): origini, caratteristiche e applicabilità in Italia

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 1 / 2025

Il Multi-Tiered System of Support (MTSS) è un modello scolastico volto a supportare gli studenti nel loro percorso educativo mediante interventi di intensità crescente e un monitoraggio costante. Sebbene le sue origini siano nordamericane, la trasferibilità dell’MTSS in Europa sta suscitando un crescente interesse. Questo contributo presenta il modello MTSS, offrendo una sintesi della sua evoluzione storica, una descrizione delle caratteristiche distintive e delle evidenze che ne supportano l’efficacia. Sono inoltre esplorate le sfide e le opportunità per applicare questo modello nel contesto scolastico italiano, insieme alle implicazioni per la ricerca educativa, chiamata ad adattarlo al sistema nazionale, valutarne l’efficacia e identificare le condizioni che ne favoriscono il successo.