Titolo Rivista PARADIGMI
Autori/Curatori Mirella Capozzi
Anno di pubblicazione 2015 Fascicolo 2015/2
Lingua Italiano Numero pagine 15 P. 45-59 Dimensione file 83 KB
DOI 10.3280/PARA2015-002005
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Tra il XVI e il XVII secolo, l’accento posto dai logici rinascimentali sulla logica e sul linguaggio naturali, l’indagine di Descartes sulle fonti cognitive della certezza delle inferenze e l’insistenza di Locke sulla connessione tra la logica e il funzionamento della mente, furono sovente motivati dall’inadeguatezza del sillogismo come strumento di scoperta. Anche Leibniz e, più tardi, Lambert - entrambi mettendo a frutto il contributo cognitivo della sensibilità nell’operare con i segni dei loro calcoli logici - promossero metodi euristici che, in parte ispirandosi a Bacone, utilizzavano strumenti mnemonici/inventivi, come i topoi, che in precedenza erano stati concepiti per gli argomenti persuasivi adatti all’ambito della probabilità retorica. Ciò non era inteso come un ripiegare su una logica naturale ingenua, ma come la promozione di una logica naturalizzata attenta al modo in cui gli esseri umani pensano, e capace di correre il rischio dell’errore.;
Keywords:Agricola, Cartesio, euristica, Lambert, Leibniz, Locke, naturalità della logica.
Mirella Capozzi, Gli inizi di una metodologia della scoperta. L’emergere di un aspetto naturalistico della logica in "PARADIGMI" 2/2015, pp 45-59, DOI: 10.3280/PARA2015-002005