Titolo Rivista WELFARE E ERGONOMIA
Autori/Curatori Nicola Abraham
Anno di pubblicazione 2022 Fascicolo 2021/2
Lingua Inglese Numero pagine 15 P. 49-63 Dimensione file 190 KB
DOI 10.3280/WE2021-002004
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In this article, I will offer case study insights into the value of digital applied theatre practice that has evolved to remain person-centred, valuing what Gail Mitchell et al. (2020) termed a ‘relational ethic of care’ that seeks to enable active citizenship at the heart of hospital-based practice for patients living with dementia. ‘Innovating Knowledge Exchange: Student Involvement in Delivering Better Patient Experience in the NHS (National Health Service)’, is a digital applied theatre project jointly funded by Research England and the Office for Students, in partnership with Imperial College Healthcare NHS Trust’s Dementia Care Team. The project offers six interventions that happen via zoom to support patients living with dementia who have had little social interaction and thereby cognitive stimulation in COVID-19 and medicine for the elderly wards. The emphasis of each project is to create bespoke workshops that embody a term I have coined, a ‘pedagogy of reciprocity’, which is an approach that has evolved over the course of the translation and implementation of the project practice in a digital form. The relationship between arts and health has a long, rich history, but recently known models of practice have either stopped or had to adapt to happen online through digital practice. Moving to online interventions can be exclusionary for artist practitioners who are less familiar with platforms such as Teams, Zoom, Google Meet and Skype, and for those who are familiar, the challenge of ensuring meaningful participation has been complicated. However, the need to continue to be responsive practitioners is vital, and the urgency for arts intervention to support positive wellbeing in the midst of the pandemic has only grown. Arts and healthcare hold a long-standing relationship that should not be compromised because of the necessity to traverse new terrain by entering the domain of the digital, I will argue that in fact this process is vital, and one that I will unpack and interrogate from my own experience working in a hospital during our third national UK lockdown and continuing digital arts and health projects. The reality of the pandemic and the severity of its impact on the mental health and wellbeing of older adults is profound. The International Psychogeriatric Association have discussed the ongoing impact on the mental health and wellbeing of older adults forced to socially isolate. This circumstance is unavoidable for the prevention of the spread of COVID-19, but the fear of contracting COVID-19, or not receiving hospital treatment for particular age brackets, and the impact of not being able to socialise with family and friends is causing a rise in suicide, anxiety, agitation and loneliness. Myrra Vernooij-Dassen (2020) argues that social, mental and cognitive health are not considered by policy makers, and the impact of a lack of social health for people living with dementia is particularly detrimental causing conditions to rapidly deteriorate without social interactions. In this article, I will set out the conceptual framework for the pedagogy of reciprocity as a methodology for responsive digital applied theatre practice that has emerged directly from my experience running projects in the pandemic in acute hospital settings.
In questo articolo, approfondirò casi di studio sul valore del teatro digitale applicato, pratica che si è evoluta pur rimanendo centrata sulla persona, valorizzando ciò che Mitchell (2020) definiva «etica relazionale della cura». Tale etica cerca di abilitare la cittadinanza attiva al centro della pratica ospedaliera per i pazienti affetti da demenza. «Innovare, e scambiare conoscenze: coinvolgimento degli studenti nel fornire un migliore servizio rivolto al paziente nel SSN (Servizio Sanitario Nazionale)», è un progetto di teatro applicato digitale finanziato da Research England e Office for Students, in collaborazione con il Dementia Care Team dell'Imperial College Healthcare NHS Trust. Il progetto prevede sei interventi in remoto e utilizza la piattaforma zoom per interagire con i pazienti affetti da demenza che hanno avuto poca interazione sociale e, nella situazione di COVID-19, non hanno stimolato abbastanza la sfera cognitiva. Prevede, inoltre il supporto per la somministrazione dei medicinali per gli anziani. Ciascun intervento ha come obiettivo quello di creare laboratori su misura che adottino la pedagogia della reciprocità, termine da me coniato, per sottolineare l’approccio che si è evoluto nel corso della progettazione e implementato nella pratica anche in forma digitale. Il rapporto tra arte e salute ha una storia lunga e ricca, ma solo recentemente i modelli di pratica hanno dovuto adottare nuove procedure per applicare la pratica digitale. Il passaggio agli interventi online avrebbero potuto escludere, in generale, i professionisti dell’arte che hanno meno familiarità con piattaforme come Teams, Zoom, Google Meet Skype. Ma anche per coloro che hanno familiarità con le attività in remoto, la sfida alla partecipazione è stata complicata. Tuttavia, la necessità a essere professionisti reattivi è vitale e, nel mezzo della pandemia, l’intervento artistico ha sostenuto positivamente il benessere degli anziani fragili. Arte e cura intrattengono un rapporto storicamente dialogico che non dovrebbe essere compromesso dalla necessità di incontrarsi su nuovi terreni, entrando nel dominio del digitale. In questo contributo sosterrò che tale incontro è vitale. Confuterò quanto sostenuto sulla base della mia esperienza ospedaliera maturata durante il terzo lockdown nel Regno Unito praticando progetti artistici e sanitari con l’applicazione del digitale. La realtà della pandemia e la gravità del suo impatto sulla salute mentale e sul benessere degli anziani è profonda. L’International Psychogeriatric Association ha discusso dell’impatto in corso sulla salute mentalee sul benessere degli anziani costretti a isolarsi socialmente. Progetti di questo tipo dono fondamentali per prevenire la diffusione del COVID-19. Il timore di contrarre il COVID-19, o di non ricevere cure ospedaliere per particolari fasce di età, e l'impatto di non poter socializzare con la famiglia e gli amici sta causando un aumento di suicidi, ansia, agitazione e solitudine. Myrra Vernooij-Dassen (2020) sostiene che la salute sociale, mentale e cognitiva non è considerata dai policy makers. L’impatto della mancanza di assistenza sociale e l’assenza di interazioni per le persone affette da demenza, poi, sono particolarmente dannose poiché causano un rapido deterioramento. In questo articolo, illustrerò il quadro concettuale per la pedagogia della reciprocità come metodologia per la pratica teatrale applicata digitale reattiva, emersa direttamente dalla mia esperienza nella gestione di progetti nella pandemia in contesti ospedalieri per acuti.
Keywords:Teatro applicato; Demenza; COVID-19; Pedagogia della Reciprocità.
Nicola Abraham, The Pedagogy of Reciprocity in Digital Applied Theatre Practice: The antithesis to unjust responses to the COVID-19 pandemic that have devalued and ignored the rights and lives of older adults living with dementia in "WELFARE E ERGONOMIA" 2/2021, pp 49-63, DOI: 10.3280/WE2021-002004