L’esperienza artistica come patologia e come cura: dall’Art Brut all’Arteterapia

Titolo Rivista PSICOANALISI
Autori/Curatori Simona Argentieri
Anno di pubblicazione 2017 Fascicolo 2017/1
Lingua Italiano Numero pagine 19 P. 75-93 Dimensione file 207 KB
DOI 10.3280/PSI2017-001005
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L’incontro tra arte e psicoanalisi è connotato da grande fascino, ma è di metodologia incerta. Fin dalle origini, si mescolano e si intrecciano ambiguamente criteri estetici, etici e psicopatologici, dai quali derivano equivoci e malintesi: che sia la follia a generare la creatività, che sia possibile decifrare la psicopatologia dell’artista a partire dall’opera, che l’esercizio creativo sia in sé terapeutico, che la psicoanalisi sia controindicata per gli artisti, in quanto inaridirebbe la fonte della loro ispirazione. Tuttavia, nonostante le ambiguità e i limiti dell’impresa, tra "riduzionismi" e "universalismi", come psicoanalisti non possiamo e non vogliamo rinunciare a continuare a utilizzare i nostri specifici strumenti per interpretare le vicissitudini dell’esperienza artistica in tutte le sue mutevoli forme, dall’indagine del livello di coscienza al quale opera la creatività dell’artista, all’intreccio dei nuclei di follia privata con i codici sociali condivisi di una determinata epoca storica. Il traguardo resta lontano, le opere d’arte conservano il loro mistero; ma dalle indagini su di esse possiamo sempre ricavare un "premio" di conoscenza, magari in direzioni impreviste.;

Keywords:Psicosi, realtà interna, realtà esterna, analizzabilità

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Simona Argentieri, L’esperienza artistica come patologia e come cura: dall’Art Brut all’Arteterapia in "PSICOANALISI" 1/2017, pp 75-93, DOI: 10.3280/PSI2017-001005