Bottoni e Le Corbusier: nel 1949 sul Monte Stella i nodi vengono al pettine

Titolo Rivista TERRITORIO
Autori/Curatori Giancarlo Consonni, Graziella Tonon
Anno di pubblicazione 2017 Fascicolo 2017/80
Lingua Italiano Numero pagine 8 P. 50-57 Dimensione file 1656 KB
DOI 10.3280/TR2017-080009
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Nei primi Ciam i giovani razionalisti italiani vennero subito gettati fra Scilla e Cariddi, ovvero fra Gropius (il metodo) e Le Corbusier (la visione). I fautori del metodo si misuravano con il problema dell’espansione insediativa senza occuparsi della città costruita, mentre Le Corbusier faceva della cancellazione della città fino allora conosciuta il suo obiettivo primo. Già nel Ciam di Atene del 1933 Fernand Léger ammoniva sui guasti che sarebbero potuti derivare da quelle semplificazioni. Al Congresso di Hoddesdon nel 1951 Piero Bottoni riprese il discorso di Léger con argomentazioni più circostanziate. Un modo per rispondere, a due anni di distanza, allo scontro fra lui e Le Corbusier al VII Ciam di Bergamo del 1947 durante la vista al QT8. Se nel 1951 Fernand Léger riconosceva in Bottoni «l’inventeur de montagnes e de magnifiques constructions populaires», il giudizio positivo su quella esperienza è ribadito nel Ciam di Dubrovnik del 1956

Parole chiave:Ciam; disegno urbano; quartiere

Giancarlo Consonni, Graziella Tonon, Bottoni e Le Corbusier: nel 1949 sul Monte Stella i nodi vengono al pettine in "TERRITORIO" 80/2017, pp 50-57, DOI: 10.3280/TR2017-080009