Titolo Rivista COSTRUZIONI PSICOANALITICHE
Autori/Curatori Sergio Marsicano
Anno di pubblicazione 2001 Fascicolo 2001/1
Lingua Italiano Numero pagine 21 P. Dimensione file 51 KB
DOI
Il DOI è il codice a barre della proprietà intellettuale: per saperne di più
clicca qui
Qui sotto puoi vedere in anteprima la prima pagina di questo articolo.
Se questo articolo ti interessa, lo puoi acquistare (e scaricare in formato pdf) seguendo le facili indicazioni per acquistare il download credit. Acquista Download Credits per scaricare questo Articolo in formato PDF
FrancoAngeli è membro della Publishers International Linking Association, Inc (PILA)associazione indipendente e non profit per facilitare (attraverso i servizi tecnologici implementati da CrossRef.org) l’accesso degli studiosi ai contenuti digitali nelle pubblicazioni professionali e scientifiche
Nel 1987 mi è stata chiesta una supervisione all’équipe medico-infermieristica di una Divisione di Oncologia Medica, afflitta dai fantasmi prodotti dal lavoro con individui che stanno male e che nel 50-70% dei casi muoiono per le conseguenze della neoplasia. Dopo quest’iniziale esperienza, durata circa tre anni, presso l’Ospedale Maggiore di Niguarda, avevo proseguito il lavoro presso la Divisione di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera S. Carlo Borromeo di Milano, dove nei primi anni ho gettato le basi di un lavoro che è tuttora in sviluppo: il Progetto di Umanizzazione dell’Ospedale. Partendo dal fatto che Freud descrive una situazione particolare, la costrizione melanconica, in cui il soggetto è costretto strutturalmente a rinunciare alla lotta, allorché perde l’oggetto d’amore, delineo le basi per una psicoterapia ad orientamento psicoanalitico per pazienti oncologici, il cui orientamento di fondo assomiglia molto a quello del trattamento di pazienti melanconici o depressi. Dopo aver sottolineato le analogie evidenzio il fatto che la melanconia è nostalgia dell’ideale che pare essere alle spalle, del tempo passato andato perduto. Il melanconico piange cioè la perdita della mancanza dell’altro. Si spazia dal campo dell’investimento erotizzato a quello sublimato verso un individuo o verso le cose, i fatti, gli stati del mondo. Da quest’angolazione non si può pensare a una psicoterapia per la cura dei pazienti neoplastici, poiché i loro comportamenti fan parte di una radice sociale che è fuori del manicheismo medico: salute-malattia, bene-male. Possiamo tuttavia tracciare profili psicologici che aiutino a comprendere le manifestazioni umane, come espressione di un sapere che può in alcuni casi consentire un accoglimento medico, sociale, educativo e psicoterapeutico, in quei casi in cui venga richiesto.;
Sergio Marsicano, La psicoterapia in pazienti oncologici in "COSTRUZIONI PSICOANALITICHE" 1/2001, pp , DOI: