Fascismo e pena di morte
Consenso e informazione
Pagine: 608
ISBN: 9788846419507
Edizione: 1a edizione 2000
Codice editore: 320.24
Disponibilità: Esaurito
Pagine: 608
ISBN: 9788846419507
Edizione: 1a edizione 2000
Codice editore: 320.24
Disponibilità: Esaurito
Le vicende che condussero al ripristino della pena di morte nell'Italia fascista e le coordinate politico-giuridiche entro cui la sanzione capitale fu prevista e trovò applicazione durante il ventennio sono uno dei temi più stimolanti ed appassionanti, eppur più trascurati della storia dì quel periodo. Ancor più sorprendente fu il modo di gestire l'informazione in materia da parte del regime e l'articolazione pressoché unanime de] consenso da parte dell'opinione pubblica e della dottrina specializzata. Solo uno studio approfondito, basato su materiali archivistici e giurisprudenziali inediti, e che coniughi equamente la prospettiva storica, quella politico-criminale e quella tecnico-giuridica può offrire spunti di sorprendente attualità.
Le ragioni della grave scelta di politica criminale operata dal fascismo, l'analisi della disciplina concreta introdotta dapprima per i reali politici e poi per quelli comuni, l'esame di circa 200 sentenze di condanne a morte emesse dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato e dalle varie Corti d'assise del Regno, i commenti politici, i resoconti della stampa, le prese di posizione dei criminalisti dell'epoca sono gli ingredienti indispensabili di un racconto obiettivo che ha il solo fine di far piena luce su di una pagina tanto contraddittoria della storia del diritto penale italiano.
Giovanni Tessitore insegna Diritto e procedura penale presso il polo didattico di Agrigento dell'Università di Palermo. In questa stessa Collana ha pubblicato il nome e la cosa.. Quando la mafia non si chiamava mafia (1997).
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