Titolo Rivista STORIA URBANA
Autori/Curatori Stephanie Warnke-De Nobili
Anno di pubblicazione 2011 Fascicolo 2010/129
Lingua Italiano Numero pagine 22 P. 65-86 Dimensione file 177 KB
DOI 10.3280/SU2010-129003
Il DOI è il codice a barre della proprietà intellettuale: per saperne di più
clicca qui
Qui sotto puoi vedere in anteprima la prima pagina di questo articolo.
Se questo articolo ti interessa, lo puoi acquistare (e scaricare in formato pdf) seguendo le facili indicazioni per acquistare il download credit. Acquista Download Credits per scaricare questo Articolo in formato PDF
FrancoAngeli è membro della Publishers International Linking Association, Inc (PILA)associazione indipendente e non profit per facilitare (attraverso i servizi tecnologici implementati da CrossRef.org) l’accesso degli studiosi ai contenuti digitali nelle pubblicazioni professionali e scientifiche
Questo articolo esamina il ruolo pubblico degli edifici storici nella ricostruzione di Berlino negli anni ’50 e ’60, che era marcato dal massiccio cambiamento dell’immagine della città portati dai grandi nuovi progetti edilizi. Già in questa fase della guerra fredda, e non solo in seguito nel postmodernismo, il rapporto con l’architettura storica ricopriva un ruolo importante nella concorrenza tra i sistemi. Particolarmente i media berlinesi, i ricordi dei testimoni, guide turistiche o libri di fotografie danno indicazioni sul significato, che edifici singoli, conservati o demoliti, ebbero per l’opinione pubblica. Attraverso alcuni esempi quest’articolo estrae momenti di questi dibattiti. L’Opera Unter den Linden, il Castello Imperiale demolito, lo scandalo della Kaiser-Wilhelm- Gedächtniskirche e un libro sulla Berlino «uccisa» danno un’impressione dell’importanza della vecchia Berlino nel periodo del "nuovo inizio" dopo la seconda guerra mondiale.;
Keywords:Berlino, Edifici storici, Ricostruzione, Immagine urbana
Stephanie Warnke-De Nobili, «Ricostruzione» tra continuità e «nuovo inizio»: la Berlino divisa come capitale del <i>Wiederaufbau</i>? in "STORIA URBANA " 129/2010, pp 65-86, DOI: 10.3280/SU2010-129003