Titolo Rivista AFFARI SOCIALI INTERNAZIONALI
Autori/Curatori Roberto Formentin
Anno di pubblicazione 2002 Fascicolo 2002/3
Lingua Italiano Numero pagine 6 P. Dimensione file 18 KB
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L‘articolo intende cogliere l’aspetto finanziario della presenza degli immigrati in Italia. Queste relazioni finanziarie sono in gran parte determinate dal rapporto che i soggetti stranieri intrattengono, o dovrebbero intrattenere con il sistema bancario, protagoniste dell’invio di denaro nel paese di origine. Il sistema bancario dovrebbe considerare sì l’immigrato come qualsiasi altro cliente, tenendo però presente nelle relazioni quotidiane le difficoltà essenziali derivanti dalla diversità della lingua, parlate da impiegati e clienti e dalla scarsa abitudine all’utilizzo dei servizi bancari da parte di questi ultimi. A queste difficoltà si deve rispondere con una maggiore propensione alla spiegazione, al chiarimento nella consapevolezza che la conoscenza della prassi bancaria consentendo di svolgere i propri affari esattamente come i cittadini del paese che li ospita, aumenta sia il grado di affidabilità degli immigrati che la facilità degli italiani a coinvolgerli nella propria vita economica. Anche questa è integrazione, intesa come utilizzo di mezzi tecnici e pratici ormai quasi indispensabili al tipo di società in cui viviamo. Per quanto riguarda il trasferimento di fondi l’operazione non si presenta sempre agevole. I paesi di origine sono spesso dal punto di vista bancario poco evoluti. Le banche di questi paesi a volte non hanno scambiato con le banche del resto del mondo quegli strumenti tecnici che permettono l’invio cifrato di messaggi elettronici con i quali si effettua la quasi totalità delle transazioni contabili tra banche di diversi paesi. E’ quindi necessario a fronte della richiesta dell’immigrato entrare in contatto con la sua banca di riferimento e, stringere contatti operativi più efficaci. Da questi scambi sono evidenti i vantaggi che ne possono derivare alle le banche dei paesi emergenti, a partire dal miglioramento della bilancia dei pagamenti del paese e dall’acquisizione di know how bancario e lo standing internazionale. In conclusione, dalla semplice rimessa dell’immigrato può effettivamente scaturire un circolo virtuoso che permette di prendere in considerazione paesi che altrimenti, forse, difficilmente sarebbero stati bancariamente apprezzati perché dimostravano un’intensità di rischio troppo elevata.;
Roberto Formentin, Banche e rimesse: l'immigrato come cliente in "AFFARI SOCIALI INTERNAZIONALI" 3/2002, pp , DOI: