Titolo Rivista  COSTRUZIONI PSICOANALITICHE 
                Autori/Curatori Barbara Caputo 
                    Anno di pubblicazione 2014                 Fascicolo 2014/28  
                Lingua Italiano Numero pagine 11 P. 93-103 Dimensione file 61 KB 
                DOI 10.3280/COST2014-028008 
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In questo articolo mi propongo di esaminare in modo sintetico la questione della collaborazione tra antropologia e forme di terapia dei disagi psichici dei migranti, focalizzandomi sull'analisi antropologica del caso di un ragazzo filippino in stato di seria frammentazione identitaria. La mia analisi si è focalizzata in particolare sulla questione delle identità di genere maschile e femminile eterosessuali nelle Filippine, e delle forme di agency e di conflitto di genere che si possono verificare tra le donne in situazione di migrazione, con eventuali risvolti conflittuali all'interno della coppia e anche in parte psicopatologici, come parrebbe evincersi dal caso della madre di JD, il giovane paziente filippino. Dall'analisi del caso scaturiscono alcune considerazioni e ipotesi relative all'esercizio di un'antropologia clinica che coadiuvi le forme di cura dei disagi psichici dei migranti, in direzione dell'evoluzione di quel metodo complementarista indicato da Devereux, che contempli il decentramento delle categorie da parte delle discipline in campo e l'ampliamento della dimensione operativa e preventiva al di là dello spazio del setting, in un'ottica di rete.
Parole chiave:Antropologia clinica, etnopsichiatria, etnopsicoanalisi complementarista, migrazione, genere
Barbara Caputo, Pensare l'antropologia clinica. Mini-etnografia di un incontro intorno al caso di una famiglia filippina in "COSTRUZIONI PSICOANALITICHE" 28/2014, pp 93-103, DOI: 10.3280/COST2014-028008