La good-enough society.

Paolo Magrassi

La good-enough society.

Sopravvivere in un mondo quasi ottimo

Sopraffatti dall’innovazione tecnologica e dalla globalizzazione, siamo entrati nella cultura del “buono quanto basta”, la good-enough society. Che influenza avrà questa trasformazione sul mondo del business e sulla vita di imprenditori, manager, dirigenti pubblici? Quali misure prendere per conformarsi al mondo good-enough? Il libro propone una visione laica dei grandi fenomeni in cui tutti noi come attori siamo immersi (come consumatori, come manager, come osservatori…).

Edizione a stampa

18,00

Pagine: 128

ISBN: 9788856822205

Edizione: 1a edizione 2010

Codice editore: 1420.1.111

Disponibilità: Discreta

Pagine: 128

ISBN: 9788856826180

Edizione:1a edizione 2010

Codice editore: 1420.1.111

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Sopraffatti dall'innovazione tecnologica e dalla globalizzazione, siamo entrati nella cultura del "buono quanto basta", la good-enough society.
Wikipedia ci propone un modello culturale spiccio e zoppicante, ma vincente. La telefonia Ip, gracchiante e meno affidabile, soppianta quella tradizionale, sulla quale presenta vantaggi al passo con i tempi. L'audio Mp3 ha scalzato l'hi-fi, in virtù di una superiore flessibilità che surclassa la qualità. La gente, così attenta al mitico "servizio", affolla le compagnie di volo low cost, che ne offrono di mediocri.
Che influenza avrà questa trasformazione sul mondo del business e sulla vita di imprenditori, manager, dirigenti pubblici? Quali misure prendere per conformarsi al mondo good-enough?
Il libro mostra come il buon senso da una parte e la tecnologia internet dall'altra possano offrire la risposta: resilienza invece di performance; coinvolgimento di clienti e utenti con il Web 2.0; crowdsourcing invece di innovazioni chiuse e proprietarie; analisi delle reti sociali per scovare relazioni utili; predictive markets per integrare la business intelligence ordinaria.
Il tutto, coerentemente con un trend che appare ineluttabile: la sostituzione dell'attuale modello imprenditoriale, dirigistico e chiuso, con uno eterarchico e aperto, fondato su cardini ancora in attesa di verifica eppure good enough, come la "saggezza delle folle", l'open business, la "SpA digitale".

Paolo Magrassi (www.magrassi.net), per formazione un fisico, si è in seguito occupato di ricerca e sviluppo software, analisi industriale, consulenza strategica. È partner e/o consigliere di aziende high-tech in tre continenti. Dal 1989 è membro invitato dei comitati di esperti per la formulazione dei Programmi Quadro di R&D della Commissione Europea, e consulente presso gli headquarter di Accenture, IBM, Kleiner Perkins Caufield & Byers, Microsoft, Oracle, SAP. Per i nostri tipi ha pubblicato Difendersi dalla complessità. Un kit di sopravvivenza per manager, studenti e perplessi (2009).



Prefazione
La genesi
(Fattori ansiogeni; Globalizzazione, tecnocrazia, oligarchia; Prostrati dalla "conoscenza")
Wikimania
(Trionfo di Wikipedia, con inganno; Può funzionare?; Il mito dell'intelligenza collettiva; I problemi di Wikipedia; Spirito critico; Good enough?)
Less is more
(Nuovo business per l'entertainment; Innesco tecnologico; Good enough?)
Cultura orizzontale
(Prima orizzontale, poi verticale; Good enough?)
Low-cost
(Da basso costo a basso prezzo)
Le tavole della chitarra
(Good enough?)
Due punto zero
(Good enough?)
Robusto e resiliente
(Complessità in crescita; Non solo performance)
Che fare?
(Aim for the good; A tutta birra; Tirare il collo ai processi produttivi; Fermarsi al punto giusto; I clienti come collaboratori; Social network analysis; Crowdsourcing; Predictive markets; Wikinomics).

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