Temi frequenti nel dibattito economico ottocentesco furono l'associazionismo istituzionalizzato, la statistica, la sperimentazione e l'istruzione in agricoltura, la qualità delle scelte industrialiste, il coinvolgimento dei docenti, dai grandi intellettuali come Niccola Columella Onorati ai livelli medi e periferici.

Attraverso questi aspetti si configurava l'impegno modernizzante dei governi nel Mezzogiorno borbonico come negli altri Stati preunitari, in continuo e qualificato confronto con le esperienze europee. Dalle indagini settecentesche al trend ottocentesco, sempre più si individuò l'agricoltura come il settore da perfezionare perché maggiormente rispondente alle vocazioni naturali del paese, ma l'impegno e la risposta dei gruppi dirigenti non furono uniformi, pur esprimendo in alcuni casi una inaspettata progettualità e positive attuazioni.

Il passaggio dalla "nazione" napoletana, plasmata dalla monarchia amministrativa di origine napoleonica, alla "nazione" italiana dovette tener conto di questo clima culturale diffuso che alla fine trovava concordi gli intellettuali e gli operatori economici di varia impostazione su una crescita possibile solo all'ombra dello Stato, operatore fattivo e modificatore, tramite le leggi, delle disfunzioni socio-politiche.

Renata De Lorenzo insegna Storia del Risorgimento presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Napoli "Federico II". Ha pubblicato vari saggi in riviste specializzate ed i volumi Proprietà fondiaria e fisco nel Mezzogiorno: la riforma della tassazione nel Decennio francese (1806-1815), Centro studi per il Cilento ed il Vallo di Diano, Salerno, 1984; Territorio e istituzioni nell'Ottocento borbonico: la "Real Società Economica di Principato Ultra", Pergola, Avellino, 1987.Ha curato L'organizzazione dello Stato al tramonto dell'Antico Regime, Morano, Napoli, 1990; Ritratto di famiglia in un museo. Carte del Museo Filangieri, Comitato napoletano dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, Napoli, 1996.