Titolo Rivista ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO
Autori/Curatori Andrea Fedi
Anno di pubblicazione 2013 Fascicolo 2012/3
Lingua Italiano Numero pagine 29 P. 403-431 Dimensione file 539 KB
DOI 10.3280/ED2012-003005
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Come è noto, il termine joint venture o JV non contraddistingue un preciso contratto "nominato" previsto dal nostro codice civile o da un’altra fonte normativa domestica, ma piuttosto un fenomeno che si atteggia in modo multiforme e che contempla la creazione di una "nuova organizzazione di affari" gestita da due o più soggetti al fine di mettere in comune i loro mezzi per lo svolgimento di una determinata operazione o attività. Prima di stabilire la JV e costruire il suo tessuto contrattuale, le parti devono interrogarsi su una serie di aspetti fondamentali, che includono: - l’ambito merceologico, geografico e temporale della JV, nonché il tipo di attività che i venturers pensano di condurre "congiuntamente"; - il business plan e il budget iniziale e le modalità con le quali i venturers decideranno sulle loro modifiche e aggiornamenti; - le eventuali autorizzazioni o i permessi necessari per iniziare e sviluppare l’attività della JV, inclusi quelli ai sensi della disciplina antitrust o di quella di settore eventualmente applicabile (banche, assicurazioni, etc.); - gli elementi umani (personale) e materiali (cassa, macchinari, materie prime, etc.) o immateriali (brevetti, know-how, marchi) che sono necessari per avviare e proseguire l’attività e le modalità con le quali metterli a disposizione della JV (conferimenti o cessioni di denaro, beni, aziende o patrimoni destinati, apporti al fondo comune di un consorzio in cassa o in natura, contratti di locazione o licenza, etc., e, nel caso del personale: distacchi, missioni, assunzioni); - le modalità di sostenimento delle esigenze finanziarie della JV per spese o perdite (conferimenti, versamenti, apporti, finanziamenti soci) e di ripartizione dei profitti della joint venture (distribuzione di dividendi o riserve, rimborso dei prestiti erogati dai venturers, etc.). La fattibilità, i limiti e le metodologie per la soluzione delle anzidette questioni dipendono in modo sostanziale dalla circostanza che la JV sia una persona giuridica partecipata dai venturers (S.p.A., S.r.l., S.c.a r.l., etc.), un soggetto giuridico non entificato (consorzio con attività esterna) o abbia solo forma contrattuale (reti d’impresa, ATI). Il presente scritto esamina le varie forme di joint venture predicabili nell’ordinamento italiano e indaga i temi che i venturers devono porsi e come tali temi possano essere affrontati e risolti dal punto di vista societario e contrattuale.;
Andrea Fedi, Il contratto di joint venture in "ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO " 3/2012, pp 403-431, DOI: 10.3280/ED2012-003005