Titolo Rivista AFFARI SOCIALI INTERNAZIONALI
Autori/Curatori Adel Jabbar
Anno di pubblicazione 2003 Fascicolo 2002/4
Lingua Italiano Numero pagine 10 P. Dimensione file 56 KB
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Nelle prassi interculturali sovente vengono a sovrapporsi diversi livelli. In quale contesto ha luogo? Chi è più deputato a fare intercultura? Quali sono gli strumenti? Qual è la prospettiva di un processo interculturale? Spesso si parla di "cambiamento": ma chi cambia cosa? Dunque: l'intercultura è un traguardo? E' un principio? E' un'etica? Un pensiero che dovrebbe produrre nuove categorie di conoscenza? Un piano è quello dell'intercultura come metodo di lavoro atto ad esplorare il vissuto e l'esperienza concreta, reale, dei nuovi attori sociali, che si affacciano in questa realtà. Un metodo di lavoro finalizzato a definire politiche per l'immigrazione, in ambito educativo, sociale, economico, valutando le implicazioni concrete derivanti dalla presenza di cittadini immigrati, perché questo sono prima di essere dei generici appartenenti ad altre realtà linguistiche e culturali. Sono individui, attori sociali che vivono particolari situazioni socioeconomiche e si collocano all'interno di un preciso contesto. In questo senso un metodo interculturale può significare in termini concreti, definire e adottare delle politiche immigratorie di inclusione. Di per sé l'azione d’abbandono del paese di origine e l'arrivo in Europa, che poi si traduce principalmente nell'entrata in un mercato del lavoro (poiché la motivazione per la maggior parte degli immigrati è, di fatto, di natura economica), significa già un'accettazione e condivisione, seppure "forzate", dei criteri fondanti il modello di sviluppo occidentale. Le relazioni per loro natura sono dialogiche e ogni relazione dialettica presume una serie di "aggiustamenti". Lo straniero, dal momento che non appartiene allo stato-nazione in cui vive, concretamente non gode degli stessi diritti di un cittadino autoctono. Sul piano sociologico straniero significa "colui che non conosce il contesto", che non conosce le regole del gioco e tanto meno può gestirle, non ha un bagaglio interiorizzato di prassi e abitudini locali consolidate, non possiede un capitale sociale né una rete sociale: da adulto deve imparare e costruire tutto questo. Ricapitolando, che cosa è l'intercultura? Un metodo di lavoro atto a esplorare i modelli che caratterizzano l'azione portata da attori sociali, individui, in un modo differenziato. E' necessario invece un approccio che parta dal riconoscimento delle diverse soggettività come parti integranti di una popolazione che risiede in un determinato luogo. E' importante che si sviluppi un concetto di appartenenza fondato sulla condivisione dell'esperienza di vita in un certo ambiente e sulla partecipazione effettiva e concreta alle relazioni e allo sviluppo degli spazi comuni, in una prospettiva di cambiamento reciproco.;
Adel Jabbar, Immigrazione e interculture. Costruire un progetto di cittadinanza in "AFFARI SOCIALI INTERNAZIONALI" 4/2002, pp , DOI: