Le difficoltà che l'insegnante deve affrontare nel gruppo socialmente e culturalmente eterogeneo dei suoi allievi sono, "in primis" di ordine linguistico: come passare dal vari modi di espressione verbale che

usano i ragazzi a un livello di comunicazione comprensibile e utilizzabile da tutti, attraverso il quale

si crei quell'eguaglianza che la scuola dovrebbe dare, ma che di fatto non è in grado di realizzare? A questo problema di fondo si connettono una serie di difficoltà minori: quali sono le differenze tra la espressione orale e quella scritta, che appare così drammaticamente preclusa, nella sua forma corretta, a troppi giovani? Come si passa dalla lingua "materna". ad una lingua straniera? In che modo si superano gli ostacoli del "bilinguismo" - che è anche la situazione di chi si avvale esclusivamente, al di fuori della scuola, del dialetto? Che cosa sostituire, come riflessione sulla lingua e sua <

A tutti questi interrogativi Jeanne Martinet offre delle prime, essenziali risposte, raccogliendo il testo di conferenze tenute da linguisti all'istituto nazionale per la ricerca e la documentazione pedagogica di Parigi e rivolte a insegnanti. Gli autori di questi saggi scelgono prevalentemente degli strumenti della linguistica funzionalista e se ne avvalgono per chiarire alcuni nodi dell'insegnamento della lingua; gli equivoci della pronuncia, l'importanza delle regole, il senso e i limiti della natura "logica". del linguaggio, la definizione e la funzione delle congiunzioni, fina all'originalissimo esercizio di analisi funzionale di un codice qual è il -corpus. delle segnalazioni stradali.

Per questo i dodici scritti che compongono il testo si raccomandano non solo come introduzione elementare ai concetti della linguistica di più immediata sfruttabilità educativa, ma soprattutto come un primo spunto e ausilio di rinnovamento della prassi didattica per educatori e insegnanti, impegnati a -dare la parola. al giovani.