Sono passati 103 anni dalla marcia su Roma. Sebbene il primo governo guidato da Benito Mussolini non fosse ancora propriamente dittatoriale, il 1922 sarebbe stato considerato dal futuro regime l’“anno zero” della nuova epoca fascista. La stampa del tempo costituisce oggi una fonte preziosa per gli storici: in primis, per ricostruire quanto accaduto e, in secondo luogo, per analizzare quale fosse l’interpretazione degli eventi data dai principali quotidiani milanesi. Leggendo l’«Avanti!», il «Corriere della Sera» e «Il Popolo d’Italia» si ha talvolta l’impressione di vivere su pianeti diversi. La guerra civile che si combatteva nel Paese si rifletteva anche nei giornali, diventando una guerra di informazioni: i fatti venivano interpretati in modo divergente, la colpa degli eventi attribuita ai fascisti o ai “sovversivi”, e veniva dato risalto ad avvenimenti meglio strumentalizzabili a sostegno della propria narrazione; ciascuna delle testate prese in esame di fatto raccontò la realtà secondo la propria linea politica. Nel presente saggio l’autore analizza tali dinamiche, arricchendo la lettura delle fonti giornalistiche con approfondimenti storiografici e archivistici, grazie alle carte degli Archivi di Stato di Milano, Cremona e Roma, per svelare utili retroscena non riportati dalla stampa coeva. La ricerca si focalizza in particolare su una selezione di eventi, alcuni dei quali ignorati o trascurati dalla storiografia, ma in grado di restituire un’immagine più viva e concreta del clima di violenza e propaganda che ha caratterizzato l’ascesa del fascismo.