Il processo di riforma della pubblica amministrazione, in Europa come in tutti i paesi avanzati, ha interessato sia i modelli organizzativi e gestionali degli enti locali, sia i sistemi di contabilità, con conseguenze significative sul piano dell'accountability interna ed esterna.
Anche in Italia, dai primi anni '90 del secolo scorso, si è dato avvio ad un percorso di riforma che nelle intenzioni del legislatore era teso a rendere più rispondente alle esigenze dei cittadini la pubblica amministrazione in generale e comuni e province in particolare.
Negli enti locali vi è stata, con l'ordinamento finanziario e contabile, la scelta di affiancare al tradizionale sistema di contabilità finanziaria anche i classici prospetti di matrice privatistica, e cioè il conto economico e lo stato patrimoniale.
Di fatto questa scelta ha mostrato i suoi limiti in quanto lo strumento principe è rimasto quello della contabilità tradizionale, non risolvendo quindi i limiti di capacità informativa propri dei documenti di bilancio né favorendo un orientamento alla efficacia ed alla efficienza.
Il testo, presentando riferimenti ad esperienze concrete, affronta le problematiche legate alla capacità di informativa e idoneità a dare una rappresentazione veritiera e corretta degli andamenti economici, finanziari e patrimoniali dell'ente locale tenendo conto delle sempre maggiori esigenze di armonizzazione e consolidamento dei conti pubblici dovute ai molteplici organismi partecipati.

Maria Teresa Nardo è dottore di ricerca in Economia e gestione delle Amministrazioni Pubbliche e docente di Economia aziendale presso la Facoltà di Economia dell'Università della Calabria. È, inoltre, autrice di pubblicazioni riguardanti la programmazione, il controllo e la valutazione dei risultati nel settore pubblico.