La strada che parla.

Lidia Decandia, Leonardo Lutzoni

La strada che parla.

Dispositivi per ripensare il futuro delle aree interne in una nuova dimensione urbana

Il racconto di un’esperienza di ricerca-azione, realizzata a Calangianus, un piccolo paese situato nel territorio dell’Alta Gallura – un’area interna del Nord Sardegna – diventa nel libro l’occasione per riflettere e ragionare sul ruolo che le aree scartate dai processi di modernizzazione possono svolgere nel ripensare l’idea stessa di città.

Edizione a stampa

32,00

Pagine: 246

ISBN: 9788891742018

Edizione: 1a edizione 2016

Codice editore: 1126.47

Disponibilità: Nulla

Pagine: 246

ISBN: 9788891745668

Edizione:1a edizione 2016

Codice editore: 1126.47

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Il racconto di un'esperienza di ricerca-azione, realizzata a Calangianus, un piccolo paese situato nel territorio dell'Alta Gallura - un'area interna del Nord Sardegna -,diventa nel libro l'occasione per riflettere e ragionare sul ruolo che le aree scartate dai processi di modernizzazione possono svolgere nel ripensare l'idea stessa di città.
Il libro, nel costruire nella prima parte le sue cornici teoriche di riferimento, mette alla prova l'idea che questi territori, proprio perché densi di natura, di buio e di silenzio, e in quanto portatori di sopravvivenze che provengono da un passato che non ha mai smesso di essere, possano, in questo momento di crisi, diventare le pietre angolari da cui partire per costruire una città rinnovata. Una città intesa non più come agglomerato delimitato e circoscritto, ma come una partitura polifonica in cui, in un accostarsi di pieni e di vuoti, di addensamenti e di pause, di adagi e di veloci, di luoghi deserti e di nodi a forte intensità, ci sia spazio per le dimensioni più profonde dell'umano e dove anche il silenzio possa essere, finalmente, ascoltato.
Gli autori sostengono che, perché questo possa avvenire, non sia sufficiente calare dall'alto un progetto, ma necessario attivare cantieri attraverso cui risvegliare un'ampia partecipazione sociale. Cantieri in cui sperimentare forme di lettura viva dei segni e delle memorie sedimentate sul territorio, ma anche e soprattutto dispositivi capaci, nell'incendiare il materiale esplosivo riposto nel già stato, di far luce sulle prospettive ricche di futuro a cui questi territori, oggi dimenticati, ma ricchi di potenzialità vitali e inespresse, possono aspirare. È alla costruzione di uno di questi cantieri - la strada che parla - che è dedicata la seconda parte del testo. Attraverso il racconto dell'esperienza vengono indicati approcci, strumenti, metodologie, linguaggi, dispositivi utilizzati per mettere in piedi un'officina di conoscenza-progetto-azione: un'opera relazionale e interattiva che, nel prendere spunto da una particolare passeggiata su un vecchio tracciato ferroviario, si è sviluppata dando vita ad una complessa architettura spaziotemporale in cui si sono alternati, non in una semplice successione, ma in un continuo rinnovamento ciclico, momenti di esplorazione e di azione, di produzione di memoria e di immaginazione, di socializzazione e di condivisione del sapere, di approfondimento, di prefigurazione e progetto.

Lidia Decandia è professoressa associata presso il Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica di Alghero (Università degli Studi di Sassari), dove insegna Progetto nel contesto sociale e Storia della città. Nel 2008 ha fondato Matrica, laboratorio di fermentazione urbana, dedicato alla creazione di officine di conoscenza e di progetto-azione. Tra le sue pubblicazioni: Dell'identità. Saggio sui luoghi. Per una critica della razionalità urbanistica (Rubbettino 2000); Anime di luoghi (FrancoAngeli 2004); Polifonie urbane. Oltre i confini della visione prospettica (Meltemi 2008); L'apprendimento come esperienza estetica. Una comunità di pratiche in azione (FrancoAngeli 2011).

Leonardo Lutzoni è urbanista e dottore di ricerca (PhD) in Tecnica urbanistica. Dopo la laurea conseguita nel 2008 presso lo IUAV di Venezia e l'Università di Sassari, svolge un'esperienza lavorativa presso l'Ufficio del Piano della Provincia di Sassari per l'adeguamento del Pup-Ptc al PPR. Dal 2010, oltre l'attività professionale nel campo della pianificazione urbana e territoriale, svolge attività di studio e ricerca presso il Laboratorio Matrica (DADU dell'Università di Sassari) sui temi dello sviluppo locale e del progetto di territorio, con attenzione ai temi della rappresentazione cartografica come dispositivo di conoscenza. Attualmente ricopre l'incarico di Responsabile dell'Area Tecnica del Comune di Calangianus.

Lidia Decandia, Premessa
Parte I. Cornici
Lidia Decandia, Le aree interne: una riserva di silenzio nella città-territorio della Gallura
(L'eccezionalità di un contesto territoriale; Dal pieno al vuoto: il ribaltamento delle relazioni territoriali; Nuovi modi di abitare: dal mondo dei villaggi al mondo urbano; L'affermarsi di una nuova policentrica realtà insediativa; Un mondo di buio e di silenzio al centro della città)
Lidia Decandia, Le aree interne: da pietre scartate a pietre angolari per la costruzione di un'inedita partitura urbana
(Indizi di futuro in atto: uno sciame urbano si riappropria dei territori svuotati dalla modernità; Schegge di inedite centralità urbane diluite sul territorio; Immagini per capire: tra l'arcaico e il contemporaneo c'è un appuntamento segreto; Dopo la crisi: ricominciare a "guardare il cielo" e a "ripensare la società dell'azione"; Immaginare un progetto per le aree interne; Produrre nuove costellazioni; Costruire cantieri coevolutivi di innovazione; Mettere al lavoro l'intelligenza collettiva)
Lidia Decandia, Verso il progetto: realizzare nuove forme esperenziali di conoscenza-azione
(Decifrare i segni che la storia ha depositato sul territorio; Modificare le strategie di conoscenza: arricchire l'orizzonte desertificato del reale; Come il pescatore di perle: incendiare il materiale esplosivo riposto nel già stato; La ricerca di linguaggi più sottili capaci di suscitare risonanza: ritornare a far parlare le cose; Costruire contesti relazionali di produzione di conoscenza e di progetto)
Parte II. Dispositivi
Lidia Decandia, "La strada che parla": costruire una partitura ritmica di conoscenza collettiva in sviluppo
(Il percorso dell'esperienza: i dispositivi come momenti di un'architettura spazio-temporale complessa)
Lidia Decandia, Una passeggiata come dispositivo di esplorazione del territorio
(Il progetto dell'evento: costruire un dispositivo di conoscenza esperenziale; Riferimenti: dal pellegrinaggio medievale alle "vie dei canti"; Ricreare una ritualizzazione collettiva: le stazioni dei desideri e dei sogni; Le stazioni come nodi di una rete di percorsi di conoscenza del territorio; Preparare l'evento: ricostruire la tradizione; Il cantiere di produzione: un'opera relazionale e collettiva; In cammino: ascoltare le voci che raccontano il territorio)
Leonardo Lutzoni, Dall'evento alla restituzione della conoscenza: interpretazione di un territorio complesso
(Rielaborare la conoscenza: l'utilizzo di linguaggi e metodi differenti arricchiti dall'esperienza; La ferrovia come dispositivo per la lettura dell'organizzazione territoriale: scansioni di paesaggi)
Pietro Zannoni, Scheda di approfondimento: storie della e dalla ferrovia
(Una lente: l'organizzazione territoriale di Calangianus nell'Ottocento. Restituzione di un patrimonio invisibile)
Lidia Decandia, Leonardo Lutzoni, La mostra e la conversazione collettiva come dispositivi per socializzare la conoscenza
(Costruire un ambiente cognitivo in cui far dialogare saperi e linguaggi molteplici; Le sezioni della mostra; La conversazione collettiva: dalla ferrovia, al paese, alla città-territorio)
Lidia Decandia, Un workshop itinerante come occasione per confrontarsi con altre esperienze
(Vuoti e silenzi: risorse preziose per la costruzione di una nuova "partitura urbana"; Sezioni, temi e ospiti; Costruire luoghi d'incontro e di scambio sul territorio tra la montagna e il mare; In cammino)
Lidia Decandia, Il concorso d'idee come dispositivo per rilanciare verso il futuro di un'inedita città-territorio
(Il cerchio si chiude per riaprirsi: immaginare un ruolo nuovo per il vecchio tracciato ferroviario; Il bando di concorso; I progetti)
Bibliografia
Cartografia
Crediti
Titoli di coda e ringraziamenti.

Collana: Metodi del territorio

Argomenti: Urbanistica e pianificazione territoriale

Livello: Studi, ricerche

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