Una delle novità che il Settecento introduce nel canone del genere-romanzo è la contemporanea apparizione di una nuova forma narrativa, il novel, e di una produzione saggistica in cui si delinea una vera e propria teoria del romanzo. Una teoria che ha i suoi luoghi di manifestazione non solo nei saggi critici, negli articoli giornalistici ma anche nelle introduzioni, prefazioni, avvisi al lettore premessi ai romanzi e che costituisce uno dei lasciti più interessanti che il XVIII secolo trasmetterà alla storia successiva del genere.
Nel volume specialisti di varie letterature europee mettono in rilievo l'importanza di tale produzione teorica per comprendere le strutture del romanzo settecentesco e ne indagano con taglio comparatistico la presenza nei diversi contesti culturali nazionali.

Rosamaria Loretelli insegna Letteratura Inglese presso il Dipartimento di Filologia Moderna dell'Università Federico II di Napoli. Si è occupata soprattutto della narrativa europea tra Cinque e Ottocento pubblicando tra l'altro Storie di vagabondi, Eurelle, Torino, 1993 e, con R. De Romanis, Il delitto narrato al popolo, Sellerio, Palermo, 1999. Suoi saggi sull'origine del romanzo sono apparsi di recente in riviste nazionali e internazionali.

Ugo M. Olivieri insegna Letteratura Italiana presso il Dipartimento di Filologia Moderna dell'Università Federico II di Napoli. Si è occupato del romanzo dell'Ottocento (L'idillio interrotto. Forma- romanzo e generi intercalari in Ippolito Nievo, FrancoAngeli, Milano, 2002) e di teoria della letteratura (Le immagini della critica. Conversazioni di teoria letteraria, a c. di U.M. Olivieri, Bollati-Boringhieri, Torino, 2003).