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La relazione postmoderna.

Caterina Selvaggi

La relazione postmoderna.

Cinema e letteratura nell'era globale in Amelio, Bellocchio, Barthes, Garrone, Saviano e Tarantino

Un libro rivolto a chi ama il cinema, la letteratura, la psicologia. Attraverso l’analisi di grandi autori e registi, il testo rivela la relazione di dominio nel mondo globalizzato. Letteratura e cinema cercano così di cogliere i microcomportamenti delle relazioni in cui le persone sono usate e le parole possono divenire armi…

Edizione a stampa

21,00

Pagine: 160

ISBN: 9788820408749

Edizione: 1a edizione 2012

Codice editore: 1420.1.146

Disponibilità: Buona

Pagine: 160

ISBN: 9788856857306

Edizione:1a edizione 2012

Codice editore: 1420.1.146

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

"La relazione postmoderna" parla della relazione di dominio nella globalizzazione: non più "condizione" postmoderna (Lyotard) come modo di essere del singolo ma come modo di agire degli individui nel pianeta interconnesso e instabile sul piano ambientale, finanziario, psicologico, culturale. Nella "società liquida" di Bauman forze sovranazionali incoraggiano relazioni-interazioni tra le persone che rafforzano il dominio: dire chi sei, e pretendi di essere, usare le parole e comportamenti per affermarti, suggestionare, ordinare, minacciare, finisce con l'assorbire significato e contenuto in figure appiattite perché riconoscibili.
Cinema e letteratura però da tempo rivelano il dominio nei grandi autori qui analizzati: dalla malattia familiare di personaggi indimenticabili, nel mondo globale di Amelio, alla malattia anche civile dei film di Bellocchio (compreso "Vincere"), al crimine come "fatto sociale globale" di "Gomorra" in Saviano e Garrone, al sadismo tra pop e pulp di Tarantino con lo spezzettamento postmoderno di testi e di corpi. E la grande letteratura, da Calvino a Malerba, Tabucchi, Pagliarani, ad Ammaniti, a Siti a Richler, a Wallace, Pynchon, Bolaño si affianca, con ironia, al cinema: entrambi sanno cogliere i microcomportamenti delle relazioni in cui le persone sono usate e le parole possono divenire armi e insieme sanno chiedere la collaborazione del pubblico colto e dei fan del web. Proprio come sembra auspicare anche la passione civile dei film di Moretti, Sorrentino, Giordana, Taviani, Vicari.
Un libro rivolto a chi ama il cinema, la letteratura, la psicologia.

Caterina Selvaggi , saggista, giornalista, regista e autore di programmi culturali e informativi per la Rai, di cui è stata consulente per il Consiglio di amministrazione, ha scritto di cultura sui quotidiani L'Avanti " e L'Unità . Ha collaborato diversi anni col Dipartimento del Teatro e dello Spettacolo dell'Università di Roma "La Sapienza" e ha scritto su varie riviste tra cui Cinema nuovo di Guido Aristarco. Scrive di letteratura comparata sul Caffé Illustrato e su L'Illuminista e cura la rubrica "Cinema e psiche" sulla rivista Psicobiettivo . Ha scritto La crisi del concetto di massa (1983), La megatelevisione (1986), Lo sguardo multiplo (2007).



Introduzione
Globalizzazione e postmoderno
Il cinema globale di Gianni Amelio: il ribaltamento
Potere e affetti nel cinema di Marco Bellocchio: il contrappunto
Le parole come armi e il cinema del dominio: "Gomorra" tra Saviano e Garrone
La relazione postmoderna nel cinema di Quentin Tarantino
A proposito di un film su Balzac:
Roland Barthes, Honoré de Balzac e la decostruzione.

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