Dalla svolta cognitivista degli anni Sessanta ad oggi, la letteratura sulla mente ha conosciuto uno sviluppo impressionante, arricchendosi di contributi di ricerca davvero preziosi e innovativi anche sul piano della metodologia e alimentando un dibattito piuttosto nutrito tra neuroscienziati, filosofi, scienziati sociali e della cognizione, che non accenna ad esaurirsi anche per la natura particolarmente complessa e insidiosa dei temi in discussione: la coscienza, le analogie funzionali tra mente e computer, l'unitarietà dell'Io, la fenomenologia degli stati mentali. La ricerca educativa non è rimasta insensibile alle suggestioni di approcci e teorie che, al di là delle differenziazioni di orientamento, sembrano convergere in modo alquanto univoco su quella che J. Bruner ha definito la generatività della mente, sulla sua natura costruttivistica e sulla sua organizzazione modulare. L'operazionismo piagetiano che gode tra gli studiosi italiani di un credito difficilmente scalfibile viene rivisitato alla luce delle più avanzate ricerche del cognitivismo che suggeriscono attenzione per le attitudini individuali (Gardner), per le pratiche formative che realizzano in contesti socio-culturali e familiari , per un'organizzazione della didattica in grado di recuperare i linguaggi massmediali, favorendo la ricerca, la metacognizione e l'apertura alla dimensione interculturale dei processi formativi.

Nando Filograsso , pedagogista, preside della Facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Urbino, è autore di numerose pubblicazioni; tra le più recenti ricordiamo H. Gardner. Un modello di pedagogia modulare (Roma, 1995); Dilemmi dell'educazione nella società acentrica (Urbino, 1997). Ha inoltre curato l'edizione italiana di opere straniere tra le quali J. Bruner e H. Haste, Making Sense (Roma, 1998) e Jean Piaget, Il meccanismo dello sviluppo mentale e le leggi del raggruppamento delle operazioni (Urbino, 1999).