Il lento e dialettico passaggio dal lontano neoidealismo di epoca gentiliana al più recente costruttivismo epistemologico è connotato da significative, quanto dense e molteplici sfumature ideologiche che, prendendo le mosse da una matura metafisica ormai critica verso un anacronistico attualismo pedagogico, hanno orientato la pedagogia verso una dimensione dialettico-scientifica, che ha posto le basi per un sempre più convinto abbraccio dell'approccio cognitivista, quale "sfida" nei confronti di una complessità sociale e culturale che ha visto a più riprese (e sta vedendo) andare in crisi la fondatezza dei contenuti attivi e valoriali dei modelli educativi nei diversi momenti storici della prassi politico-scolastica.

L'intervallarsi di brani antologici con una serie mirata di saggi critici ricostruisce l'itinerario storico-evolutivo della pedagogia urbinate per un arco di tempo che dall'ultimo dopoguerra alla fine del secolo scorso si è fatto testimone di un avvicendarsi di accadimenti scientifici particolarmente rappresentativi del processo emancipativo del discorso pedagogico. Questa articolata ricostruzione riporta fatti scientifici ricchi di elementi complessi e originali che, in modo del tutto proprio, hanno interagito in maniera sapiente e costruttiva con i più ampi movimenti nazionali e internazionali delle scienze educative, rappresentando nel complesso un ciclo storico fondamentale per la svolta cognitiva di fine millennio e una particolare spinta propulsiva per l'avvento della pedagogia contemporanea.

Roberto Travaglini insegna Pedagogia sperimentale e Metodologia della ricerca pedagogica presso la Facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Urbino. Tra le sue più recenti pubblicazioni ricordiamo Corpo e creatività in educazione (Urbino, 2001); La ricerca in campo educativo (Roma, 2002); ha inoltre curato il volume Espressività e "arte" nell'infanzia e nell'adolescenza (Bologna, 2001).