Craftsmanship and the politics of craft preservation

Titolo Rivista STUDI ORGANIZZATIVI
Autori/Curatori Fabrizio Panozzo, Roberto Paladini
Anno di pubblicazione 2025 Fascicolo 2025/1
Lingua Inglese Numero pagine 25 P. 96-120 Dimensione file 196 KB
DOI 10.3280/SO2025-001004
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Craft preservation today unfolds within a dynamic and evolving landscape, where artisanal practices are increasingly framed as contributors to innovation, sustainability and territorial development. In parallel, craft governance has become more complex, involving public institutions, professional organisations and private actors such as luxury brands. This paper reviews contemporary preservation policies, identifying four main intervention clusters: certifications and standards, heritage recognition, skills and knowledge transmission, and entrepreneurship and innovation. While these often overlap in practice, they clarify the layered rationales shaping contemporary craft governance. Building on this review, we explore how the preservation of craft is operationalised through hybrid policy designs that address shifting boundaries and broadened expectations surrounding artisanal practice. The paper shows how hybrid configurations are enacted through a case study of Regional Law No. 34/2018 of the Veneto Region without explicit integration. The figure of the Maestro emerges as a carrier of institutional logics and a performative boundary object, stabilising fragmented policy expectations. The findings contribute to debates in organisation studies on institutional pluralism, role work and governance in creative economies.

La preservazione dell’artigianato contemporaneo è oggi un campo di policy articolato, attraversato da logiche istituzionali differenti che interagiscono e si sovrappongono. Le politiche recenti si organizzano attorno a quattro assi principali: certificazione delle competenze, riconoscimento patrimoniale, trasmissione dei saperi e promozione dell’imprenditorialità artigiana. Questi interventi, pur intrecciandosi nella pratica, rispondono a razionalità diverse, dal patrimonio culturale alla competitività economica, generando una governance multilivello in cui attori pubblici, privati e civici co-producono modelli regolativi ibridi. Il caso della Legge Regionale 34/2018 del Veneto e della figura del Maestro Artigiano esemplifica questa dinamica. La norma si propone di integrare valorizzazione culturale, formazione professionale e sviluppo economico, fungendo da dispositivo di traduzione tra mondi istituzionali differenti. Tuttavia, l’implementazione rivela alcune tensioni: la standardizzazione rischia di escludere saperi informali, mentre l’eterogeneità delle aspettative genera difficoltà operative. Esperienze come quella veneta suggeriscono che la vitalità dell’artigianato dipende da approcci flessibili, che sappiano combinare riconoscimento istituzionale e inclusione delle pratiche informali, sostegno all’imprenditorialità e salvaguardia dell’autenticità. In questo contesto, figure ibride come il Maestro Artigiano dimostrano il loro valore come “ponti” tra mondi istituzionali diversi, stabilizzando, anche se temporaneamente, un campo in costante ridefinizione. Preservare l’artigianato oggi significa quindi governarne le contraddizioni, trasformando le tensioni tra tradizione e innovazione, tra standardizzazione e diversità, in opportunità di rigenerazione. Le politiche più efficaci saranno quelle capaci di riconoscere il pluralismo dei valori in gioco, e di tradurlo in strumenti organizzativi adattivi, radicati nei contesti locali ma aperti alle dinamiche globali.

Parole chiave:Maestro, artigianato, politiche pubbliche, patrimonio culturale immateriale, Regione Veneto

Fabrizio Panozzo, Roberto Paladini, Craftsmanship and the politics of craft preservation in "STUDI ORGANIZZATIVI " 1/2025, pp 96-120, DOI: 10.3280/SO2025-001004