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Magistrati e cittadini.

Nadio Delai, Stefano Rolando

Magistrati e cittadini.

Indagine su identità, ruolo e immagine sociale dei magistrati italiani

La Scuola Superiore della Magistratura, d’accordo con l’Associazione Nazionale Magistrati, ha promosso due indagini parallele (nel 2015). La prima volta a registrare il vissuto dei magistrati in tema di identità professionale, ruolo, rapporto con i media, esigenze di formazione. La seconda destinata a raccogliere le valutazioni dei cittadini circa il ruolo dei magistrati e la loro immagine, affidabilità e reputazione. Dal confronto dei due punti di vista emerge una reinterpretazione "in alto" del ruolo, coerente sia con le valutazioni dei magistrati sia con le attese dei cittadini.

Pagine: 410

ISBN: 9788891748492

Edizione:1a edizione 2016

Codice editore: 10320.1

Informazioni sugli open access

La Scuola Superiore della Magistratura, con l'accordo dell'Associazione Nazionale Magistrati, ha promosso una duplice operazione di ascolto attraverso due indagini parallele, condotte nel corso dell'anno 2015.
La prima era volta a registrare - attraverso un apposito questionario autosomministrato - il vissuto dei magistrati in tema di identità professionale, di caratteristiche di ruolo, di rapporto con i media e di esigenze di formazione coerenti con la responsabilità sociale allargata che oggi fa capo al magistrato.
La seconda indagine era destinata ad un campione nazionale rappresentativo di cittadini, allo scopo di raccogliere opinioni e valutazioni circa il ruolo dei magistrati e la relativa immagine, affidabilità e reputazione.
È stato così possibile mettere a confronto i punti di vista delle due parti, con alcune significative (e forse inaspettate) convergenze e altrettante significative divergenze, peraltro non sempre scontate. Il senso ultimo emerso dall'operazione di ascolto dei due campioni è quello di una inevitabile (e consapevole) reinterpretazione "in alto" del ruolo, che risulterebbe coerente sia con le valutazioni espresse dal corpus dei magistrati sia con le attese dichiarate dai cittadini. Il che implica di sviluppare una "cultura della giurisdizione" anche tramite un'attività formativa sempre più evoluta e ad ampio spettro.

Nadio Delai, sociologo, presidente di Ermeneia, è stato direttore generale della Fondazione Censis, direttore di Rai1 e quindi direttore delle Politiche Economiche e Sociali delle Ferrovie dello Stato. Autore di studi, saggi e rapporti di ricerca, tra cui il Rapporto annuale sulla classe dirigente italiana (in collaborazione con l'Università Luiss e Fondirigenti), nonché di numerosi studi sul ruolo e sull'identità di specifici gruppi professionali.

Stefano Rolando, professore universitario di ruolo di Teoria e tecniche della comunicazione pubblica presso l'Università IULM di Milano. È stato direttore generale dell'informazione e dell'editoria presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, direttore generale del Consiglio regionale della Lombardia, dirigente della Rai e dell'Olivetti, direttore generale dell'Istituto Luce. Autore di saggi e ricerche, tra cui di recente: Comunicazione, poteri e cittadini (2014), Citytelling-Raccontare le realtà urbane (2015), La buonapolitica (2012), Civismo politico (2015). La Scuola Superiore della Magistratura è un Ente autonomo, con personalità giuridica di diritto pubblico con competenza esclusiva in materia di formazione e di aggiornamento professionale degli appartenenti all'ordine giudiziario in Italia. Dal gennaio 2013 la Scuola svolge la formazione nazionale dei magistrati presso la sede di Scandicci (Firenze), inaugurata il 15 ottobre 2012.

Note introduttive
Valerio Onida, La realtà sociale come parte integrante della formazione dei magistrati
Gaetano Silvestri, Non basta che il magistrato sia indipendente, occorre che appaia tale
Giovanni Legnini, Un'originale analisi che restituisce senso al ruolo dei magistrati
Considerazioni di sintesi
Un'operazione di ascolto e di interpretazione
(Esigenze formative, motivazione di base; Il tema della reputazione come componente del principio costituzionale del "buon andamento"; I passaggi interpretativi maggiormente significativi; Una (inevitabile) reinterpretazione del ruolo)
Una lettura per grandi temi
(Un ruolo ispirato alla solidità e alla continuità identitaria; Un confronto di opinioni talvolta convergente e talvolta divergente tra magistrati e popolazione; Una valutazione non unanime del ruolo dei magistrati da parte della popolazione; Il non facile rapporto con la comunicazione; Una presa di distanza rispetto al sistema di giustizia da parte della popolazione)
Parte I. Identità, ruolo e reputazione sociale dei magistrati
Le motivazioni della scelta professionale e l'identità del magistrato
(Una spinta ideale e istituzionale; Un orientamento prevalente verso le professioni a valenza pubblica; Un livello di identificazione elevato; Un consistente senso di appartenenza alla classe dirigente del Paese)
Le caratteristiche fondamentali del ruolo svolto attualmente
(Gli aspetti positivi e quelli problematici; L'esistenza di "pressioni" minori rispetto a quanto normalmente si ritiene; Un ruolo prevalentemente stabile nel tempo e semmai in lieve peggioramento)
Il magistrato come "attore sociale"
(Le differenze di percezione tra magistrati e popolazione; La divaricazione tra comportamenti effettivi e notizie riportate dai media; Accettabilità o meno di alcuni specifici comportamenti dei magistrati; Opportunità di alcuni interventi regolatori sul ruolo e sulla carriera)
Informazione & Formazione nell'esperienza degli intervistati
(La "dieta" informativa dei magistrati; Le competenze da acquisire e/o da perfezionare)
Parte II. Magistrati e giustizia nelle opinioni della popolazione
La percezione del ruolo del magistrato
(Una conferma delle motivazioni ideali e istituzionali e una sottovalutazione di quelle vocazionali e di occupazione; Esperienze e caratteristiche personali e professionali maggiormente importanti; L'appartenenza riconosciuta alla classe dirigente del Paese)
Il magistrato come "attore sociale"
(Una palese divaricazione tra popolazione e magistrati in tema di "pressioni" nell'esercizio del ruolo; Un'immagine più positiva sul territorio di quanto non ritengano gli stessi magistrati; Una convergenza "al rialzo" tra fatti reali e notizie riportate dai media nelle opinioni della popolazione; Una relativa minore "severità" della popolazione rispetto ad alcuni specifici comportamenti pubblici dei magistrati; Una maggiore propensione della popolazione rispetto ad alcuni interventi regolatori su ruolo e carriera; Un'opportuna acquisizione di ulteriori competenze da parte dei magistrati)
Aree di illegalità, lentezze processuali e affidabilità dei magistrati
(La percezione relativa agli ambiti di illegalità esistenti a fronte dei fattori di inadeguatezza della giustizia; Il "ruolo di supplenza" e la possibile distinzione tra magistrati e giustizia; L'immagine, l'affidabilità e la reputazione dei magistrati nelle opinioni della popolazione)
Consapevolezza e informazioni in tema di giustizia
(Il valore percepito del sistema di giustizia, della sua indipendenza e comparabilità in Europa; Una limitata conoscenza delle riforme in corso; Un'informazione che "spacca" in due la popolazione; Una critica diffusa nei confronti dei media; L'informazione che nasce dalle esperienze processuali)
Parte III. Dibattito pubblico, linguaggio, comunicazione, formazione
Alcuni studi di contesto
Il dibattito mediatico in corso
Linguaggi e comunicazione
Giustizia, informazione e comunicazione
La nuova domanda formativa
Allegati
(La metodologia utilizzata; Le tabelle di dettaglio dell'indagine sui magistrati; Le tabelle di dettaglio dell'indagine sulla popolazione).

Contributi: Giovanni Legnini, Valerio Onida, Gaetano Silvestri

Collana: Diritto e società - Open Access

Argomenti: Pubblicazioni in Open Access

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