Rendere accessibile la conoscenza è finalità meritevole ed è la nostra missione.
E siamo convinti che le modalità "tradizionali" di publishing non siano in contrasto con questa finalità qualora si voglia raggiungere anche un pubblico extraccademico.
Può sembrare controintuitivo, ma per attivare una circolazione dei contenuti capace di generare impatto non basta che la conoscenza sia liberamente fruibile su una qualche piattaforma. Non è un problema che si esaurisce nei costi di accesso o nelle varie tecnicalità atte a rendere disponibili dei file o dei metadati. Occorrono interazioni efficaci tra elaboratori di contenuti (autori) e comunità di fruitori (operatori e professionisti in particolare). È un problema cognitivo: è necessario limare la distanza tra i codici culturali propri dei produttori e quelli dei fruitori. Per fare ciò, occorre uno sforzo e un'interazione in cui più attori impegnino le loro competenze. Se gli autori sono la fonte dei contenuti, l'intervento di un terzo (dotato di adeguata professionalità e in ruolo dotato di sufficiente autonomia) aiuta a contenere i rischi di autoreferenzialità e ad aggregare le voci disperse dei fruitori.
Sono queste le professionalità che mettiamo a disposizione dei nostri autori e della collettività.
Open Access: la via aurea e la via verde
Il nostro pensiero è che nelle discipline umanistiche e sociali il "decadimento di valore" di un contributo accademico avvenga con modalità e tempi molto differenziati rispetto alle discipline mediche, scientifiche e tecnologiche. Nella nostra esperienza ciò influenza profondamente le modalità di diffusione (assai più diluite nel tempo) e le potenzialità di appello alle risorse a monte o a valle (assai più contenute) richieste per rendere disponibili i risultati di ricerca.
Alla luce di queste specificità, il "protocollo" di Open Access rappresentato dalla cosiddetta via verde (di norma con embargo da 6 a 24 mesi) si presenta come una soluzione intrinsecamente ibrida e comunque nell'assieme insostenibile nelle condizioni delle discipline umanistiche e sociali.
Di contro crediamo replicabile anche nelle nostre discipline la cosiddetta via aurea all'accesso aperto (ossia, l'accesso aperto dal momento della pubblicazione del lavoro).
Per saperne di più leggi: Open Access, la soluzione FrancoAngeli