La teoria economica dell'impresa ha subito modificazioni profonde, non solo nella trattazione analitica, ma anche e soprattutto nell'impostazione concettuale. La grande impresa moderna non è più quel microcosmo chiuso in sé stesso, descritto dalla teoria tradizionale, volto unicamente a realizzare un'organizzazione interna efficiente, allo scopo di conseguire il massimo profitto. Oggi la grande impresa è proiettata verso l'esterno, ed è consapevole di essere immersa in un mondo economico intensamente dinamico, nel quale la produzione di ogni settore cresce ininterrottamente, e nel quale è necessario crescere senza posa se non si vuole essere inesorabilmente eliminati. La motivazione all'espansione è il tema dominante nella gestione dell'impresa moderna, e prende il sopravvento anche sul desiderio di realizzare il più alto profitto immediato. Ma vi è di più. In un mondo fatto di colossi produttivi e di concentrazioni finanziarie gigantesche, sono proprio le decisioni delle grandi imprese a determinare largamente i destini dell'intera economia. La grande impresa quindi, non solo subisce lo stimolo di un mondo che si sviluppa, ma contribuisce essa stessa a determinarne l'espansione. Crescita dell'impresa e crescita dell'intero sistema economico si presentano dunque inestricabilmente connesse. La teoria tradizionale, che analizzava la gestione economica dell'impresa da un'angolatura strettamente aziendale, non rende più ragione del modo di comportarsi dell'impresa moderna. Occorre una formulazione teorica che, al di là dei problemi di gestione strettamente interni all'azienda, spieghi le relazioni reciproche che corrono tra sviluppo dell'unità aziendale e sviluppo dell'intero sistema produttivo. In questo volume, tre giovani e brillanti studiosi illustrano e analizzano criticamente gli sforzi che gli economisti vanno facendo per costruire una teoria dell'impresa più soddisfacente ed I risultati che in questa linea sono stati raggiunti.