Può la relazione fra l'architettura e l'immagine di un corpo limitarsi alla nozione ingenua di similarità? Il rapporto fra rappresentazione antropomorfa e spazio non alberga soltanto nell'imitazione delle qualità specifiche di un soggetto (la forma di un corpo o di parte di esso).
L'analisi testuale semiotica ci conduce a un percorso più complesso e la figura di San Michele, in questo senso, è paradigmatica di un metodo e di una lettura: ci permette di osservare come, in un periodo specifico (l'Europa cristiana fra IX e XI secolo) e in determinati testi, un corpo sacro può farsi architettura al di là dei riferimenti iconografici. Sciolta dai vincoli della similarità iconica, la rappresentazione dell'arcangelo si articola nella restituzione materiale delle sue configurazioni spaziali e dei suoi valori sottesi. Saranno proprio questi due piani a collocare la storia visiva di Michele all'interno di sistemi culturali più ampi e a determinare le sue trasformazioni ora in spazio da attraversare ora in immagine da leggere.

Ruggero Ragonese insegna Estetica e Semiotica delle arti all'Università Politecnico di Milano e Semiotica all'Università di Modena e Reggio Emilia. Si occupa in particolare di semiotica dell'architettura e dello spazio.