Il tema della progettazione sostenibile viene affrontato generalmente da rassicuranti angolazioni specialistiche. Questo da un lato contribuisce a una maggiore conoscenza di alcuni singoli aspetti, dall'altro conduce ad una trasformazione delle pratiche della progettazione dello spazio, che hanno sempre avuto un ruolo d'impostazione generale e di coordinamento dei vari specialisti, in varianti specializzate dotate di un proprio bagaglio teorico alternativo ed esclusivo, talvolta ispirato a nostalgie regressive.
Bisogna chiedersi però se sia possibile affrontare un tema così fortemente caratterizzato da situazioni complesse istituendo ulteriori divisioni e specializzazioni disciplinari e se sia sensato risolvere problemi in cui la dimensione locale è rilevante solo con la standardizzazione di buone pratiche.
Inoltre, accanto alla richiesta di sostenibilità, la società contemporanea esprime anche altre esigenze, apparentemente contraddittorie: spazi più vasti per abitare, maggiore comfort e qualità della vita, più agevole mobilità.
Guardando ai singoli problemi difficilmente si può costruire un quadro unitario soddisfacente sotto tutti i punti di vista. Bisogna a questo punto accettare il rischio di ricollocare i progressi fatti fin qui dalle discipline e dalle tecniche in una visione unitaria costruita pragmaticamente a partire da un'indagine attenta della realtà.
L'attitudine alla sintesi propria della progettazione architettonica è uno degli elementi cardine della costruzione di una visione organica, a patto che si abbandonino il formalismo da un lato e l'astrazione teorica dall'altro. Ma mai come ora sono diventate importanti la capacità di mediazione, l'abilità che permette la coesistenza di aspetti in principio contraddittori, l'attitudine a perseguire un medesimo concetto nella conformazione dello spazio e contemporaneamente nella costruzione di dettaglio.
L'ipotesi di modelli di vita sostenibili permette oggi nuove considerazioni sui sistemi insediativi ereditati dal passato e richiede l'invenzione di spazialità appropriate e di coerenti modalità costruttive, proprio come le innovazioni dell'età industriale trasformarono le possibilità ed il linguaggio dell'architettura del secolo scorso.
Il volume Energia e insediamento prova a percorrere questa alternativa.

Francesco Spanedda, architetto e ricercatore, insegna Progettazione architettonica e Tecnologia dell'architettura presso Facoltà di Architettura dell'Università di Sassari, sede di Alghero. Ha collaborato alla stesura e realizzazione di vari progetti in Italia e all'estero. I campi di interesse della sua ricerca sono rivolti ai temi della progettazione architettonica orientata in senso ambientale. Tra i suoi lavori più significativi, "Wind Farm Planning Evaluation: Case Study in Sardinia Combining Engineering, Community and Landscape Requirements", Wind Engineering, n. 3 (con altri autori), 2001 e Progetti di Territori, FrancoAngeli, 2004.