Emigrazione e minoranze

Giovanni Michele Pozzobon

Emigrazione e minoranze

Stranieri e scuola in Germania

Edizione a stampa

23,00

Pagine: 192

ISBN: 9788820492236

Edizione: 3a edizione 2001

Codice editore: 1520.248

Disponibilità: Discreta

L'emigrazione nella Germania del dopoguerra costituisce un fenomeno che appare, con modalità diverse, ininterrotto.

In un primo tempo, giungono milioni di rifugiati e profughi tedeschi che hanno lasciato o sono stati costretti ad abbandonare le proprie case e le proprie memorie a causa delle nuove frontiere e delle nuove realtà politiche dell'Europa centrale. Solo in un secondo tempo, rispetto all'lnghilterra, alla Francia e al Belgio inizia con gli italiani, alla metà degli anni cinquanta, l'emigrazione di forza-lavoro straniera.

I primomigranti sono in genere uomini giovani e esoli: vivono nelle baracche e sognano il ritorno. Il tempo assume per essi la caratteristica di intervallo, di provvisoria separazione, fra la vita del passato e il momento del ritorno; il tempo presente non ha valore. Gli anni passano, ma la certezza del ritorno assume le caratteristiche di un sentimento forte, di una strategia per affrontare la solitudine, l'emarginazione ed i freddi inverni del Nord.

I migranti che con la loro espulsione dalle campagne, da secoli accompagnano lo sviluppo delle economie capitalistiche vivono la loro nuova condizione di salariati come se si trattasse di un lavoro occasionale che dura. Questo lavoro occasionale che dura si trasformeerà per molti lavoratori immigrati e per le loro famiglie, senza che essi per un lungo periodo ne prendano coscienza, da un vincolo considerato transitorio e provvisorio, in una dura, anche se invisibile, catena.

La crisi economica della metà degli anni settanta rappresenta per gli immigrati un brusco risveglio ed una trasformazione dell'orizzonte delle loro aspettative. In pochi anni, fra il 1973 ed il 1976 si verifica una profonda trasformazione strutturale. Il ricongiungimento dei nuclei familiari e le trasformazioni avvenute nella composizione delle popolazioni immigrate, l'abbassamento sensibile del tasso di attività, evidenziano un processo di stabilizzazione che porta progressivamente alla formazione di vaste e numerose minoranze linguistiche e culturali.

In questo quadro nascono nuovi problemi ed una parte di questo lavoro, dopo uno studio rivolto in modo critico alla relazione esistente fra lo sviluppo della scolarizzazione e delle sue relazioni con la mobilità sociale, analizza in un ampio arco di tempo i risultati scolastici dei ragazzi appartenenti alle diverse nazionalità. I risultati sono sorprendenti ed è proprio il nostro gruppo nazionale che presenta una situazione particolarmente sfavorevole e per certi aspetti drammatica.

L'autore presenta, nella parte centrale del lavoro e nelle brevi ipotesi conclusive, in modo semplice ed efficace la "storia" di questa grande migrazione, le sue fasi ed i grandi problemi che hanno investito e investono i percorsi e le storie di vita, viste come traiettorie personali e sociali, dei protagonosti.

Prefazione, di Sabino Acquaviva
Introduzione
Capitolo primo
1. Della mobilità e/o immobilità
2. Scolarizzazione, mobilità, ideologia
Capitolo secondo
1. Premessa
2. Emigrazione e minoranze in Germania. L'immigrazione dai paesi mediterranei
Capitolo terzo
1. Gli anni '70 e la nuova struttura dell'immigrazione nel periodo della crisi
Capitolo quarto
1. Emigrazione e scuola
1.1. Alcuni aspetti legislativi del problema scolastico
2. La Stabilizzazione. I "Gastarbeiterkinder" e la scuola: il caso dell'Assia
3. Brevi considerazioni
Capitolo quinto
1. Della provvisorietà e della mancanza di conclusioni
2. Brevi ipotesi
Bibliografia


Contributi: Sabino Acquaviva

Collana: Sociologia

Argomenti: Emigrazione, immigrazione - Sociologia dell'educazione - Sociologia delle migrazioni e dello sviluppo

Livello: Studi, ricerche

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