Una delle teorie maggiormente diffuse con l'avvento delle nuove tecnologie informatiche è quella che ipotizza l'accesso ad internet da parte di tutti, ovunque ed a qualsiasi ora, tutti i giorni dell'anno. Tuttavia, ciò non si riflette nei fatti in quanto ancora oggi vi è un netto divario tra i paesi ricchi e quelli in via di sviluppo. Infatti il 90% degli accessi a Internet è concentrato nelle dieci nazioni a più alto reddito e molti paesi non sono ancora in grado di fare nascere una vera economia digitale. In questa prospettiva si parla di digital divide ogni qualvolta si vuole fare riferimento alla frattura causata dalle innovazioni digitali che evidenzia un divario tra coloro che possono beneficiare delle cosiddette ultime novità e coloro i quali che, per cultura, età, lontananza, reddito, ne rimangono tagliati fuori.

Il testo esamina e sollecita un dibattito attorno a questa ultima frontiera, che, per caratteristiche intrinseche, viene definita globale.

In particolare si discute l'abbandono della visione ottimistica del progresso economico, tipica dello scorso decennio durante il quale la crescita tumultuosa della new economy aveva creato un'illusione di prosperità condivisa e illimitata. Si elaborano, quindi, nuovi modelli interpretativi e si suggeriscono nuovi approcci operativi.

Gli autori - fondatori dell'associazione UNARETE (www.unarete.org) impegnata nel generare un dibattito approfondito sui temi del divario di accesso digitale - sottolineano l'urgenza di cercare e adottare misure innovative per lo sviluppo della società dell'informazione e di utilizzare i mezzi a disposizione (in primis le iniziative legate all'e-government) per affrontare in modo sistematico e articolato il digital divide globale e interno.

Pasquale Tarallo è partner di FORECOM, elabora e realizza progetti di change management.