Nella Repubblica federale tedesca la politica scolastica nei confronti dei bambini immigrati si è rivelata fallimentare, nonostante i numerosi tentativi di riforme e sperimentazioni avanzati. Nè miglior esito hanno ottenuto i provvedimenti dei paesi d'origine, anche nel caso di un paese della comunità europea, come l'Italia.

I figli degli emigrati quasi mai terminano un normale curricolo di studi e finiscono inesorabilmente nel serbatoio della manodopera dequalificata, quando non nella devianza, confinati nella condizione di "analfabeti bilingui".

Con questa ricerca l'autore ha inteso configurare la struttura di quel sistema di rapporti umani (senza modificare il quale nessun problema sembra trovare soluzione, neppure il semplice apprendimento della lingua tedesca) che rende gli uomini diseguali, deprivandone alcuni (o molti?) del pieno esercizio della loro umanità. Sviluppare la capacità di "abitare il cambiamento" deve diventare un obiettivo educativo comune, se si vuole costruire una società interculturale dove la diversità sia quotidiano motivo di crescita per ogni gruppo culturale, e nessuno sia più "straniero" nello spazio e nel tempo.

Per la globalità e Inorganicità dell'approccio e per la dovizia dei riferimenti bibliografici, il presente saggio può costituire una solida base e un utile strumento di consultazione per successive ricerche sull'argomento. Esso si rivolge, inoltre, a tutti gli educatori, enti e associazioni che operano nel campo dell'emigrazione, o comunque dell'emarginazione sociale, per una comprensione pedagogica dei presupposti socio-culturali del successo scolastico.

Leonardo Greco, laureato in pedagogia all'Università di Padova, dove svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di scienze dell'educazione, ha operato nell'ambito dell'emigrazione italiana nella Rft quale docente in corsi per adulti. Attualmente sta preparando un saggio sulla pedagogia antropologica tedesca e la traduzione delle opere di O.F. Bollnow.