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Francesco Tramonti

Etica delle relazioni e psicoterapia

TERAPIA FAMILIARE

Fascicolo: 137 / 2025

La questione dell’etica si pone non di rado all’attenzione degli psicoterapeuti. Sono soprattutto i temi che concernono l’etica della relazione terapeutica a suscitare un vivo dibattito nel settore, mentre meno esplorate, in proporzione, sembrano le questioni che riguardano più in generale l’etica delle relazioni, nei mondi in cui viviamo, e come, rispetto a tali questioni, si posizioni la comunità dei terapeuti. La psicoterapia è essa stessa una relazione, una relazione di cura la cui efficacia dipende in larga misura dalla qualità dei rapporti che si generano nel suo processo e, soprattutto, dagli effetti che si propagano nella vita di chi chiede aiuto. Quest’ultimo aspetto, da sempre considerato cruciale in ambito sistemico, merita oggi ulteriori approfondimenti, giacché abbiamo sempre più prove di quanto qualsiasi condizione di benessere individuale, o familiare, sia indissolubilmente legata alla qualità delle relazioni, dalle più intime a quelle che hanno a che fare con la partecipazione sociale allargata, sino al contesto più globale del nostro rapporto, come esseri umani, con l’ecologia delle nostre vite.

Francesca Caregnato Tosetto

Ottimizzare la rete di sostegno come risorsa personale

TERAPIA FAMILIARE

Fascicolo: 137 / 2025

Solitamente, quando facciamo riferimento alla nostra rete di supporto pensiamo alle persone della nostra vita con cui abbiamo un legame nato all’interno della famiglia, della scuola o del lavoro, o costruito attraverso amicizie o vicinato. Decenni di ricerca hanno dimostrato forti legami tra rapporti sociali e salute, evidenziando che il supporto sociale può attenuare le risposte fisiologiche allo stress – le quali sono rilevanti per la salute – e può essere un importante e positivo componente della capacità di resilienza personale, rappresentando altresì un elemento determinante per riuscire ad affrontare situazioni stressanti a medio e lungo termine, come il corso di una malattia. Il punto di riflessione a cui vogliamo approdare con questo scritto non riguarda l’analisi della nostra rete di sostegno e le sue caratteristiche, bensì la possibilità di elaborare un’auto-osservazione sistematica prima di avvicinarci a coloro da cui ci aspettiamo di essere sostenuti, confortati o incoraggiati.

Maria Fabiani, Patrizio Pastore

Thumbs and neurons: analysing digital platforms in learning through thematic analysis

RIV Rassegna Italiana di Valutazione

Fascicolo: 92 / 2025

Digital platforms are transforming pedagogical possibilities and learning processes, challenging traditional relationships with knowledge. One of the points most often overlooked in optimistic and pessimistic discourses about the pedagogical potential of digital platforms is that their use is itself a learning process. Beyond the variety of devices through which they can be accessed and the ways in which they can be used, digital platforms share the common characteristic of renewing the mediation of our relationship with the world. This analysis asks whether these technologies enable greater independence from social determinants and how they are reshaping our understanding of learning towards greater autonomy outside conventional education systems. Through a thematic analysis and a theoretical reflection, the authors explore these complexities and highlight the dual role of 'thumbs and neurons' in developing an operational framework for platform literacy and its evaluation.

Erica Melloni

Editoriale

RIV Rassegna Italiana di Valutazione

Fascicolo: 92 / 2025

Il contributo analizza l’evoluzione delle riflessioni sulla legittimità costituzionale delle misure di prevenzione. Di fronte al silenzio della Costituzione, gli argomenti si sono sviluppati su due piani: quello generale della giustificazione della compatibilità delle misure di prevenzione con l’impianto della Costituzione; quello più specifico relativo a particolari profili di illegittimità di specifici elementi di disciplina. Il bilancio complessivo vede la Corte costituzionale assumere una posizione di cauto conservatorismo a fronte di uno sviluppo della legislazione che potenzia il ricorso alle misure di prevenzione personali e patrimoniali.

Angela Della Bella

Esecuzione della pena: una perenne riforma, non solo legislativa

DIRITTO COSTITUZIONALE

Fascicolo: 2 / 2025

Se va al Legislatore il merito di aver dato avvio alla costruzione del volto costituzionale della pena nella fase dell’esecuzione, deve riconoscersi alla Corte costituzionale quello di avere alimentato tale processo, esercitando un controllo significativo sulle scelte legislative valorizzando i principi di rieducazione, di umanità, nonché di proporzionalità e ciò in sinergia con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. A smorzare l’entusiasmo per questo percorso di riconoscimento della dignità del detenuto è la considerazione della prassi, che si colloca ad una distanza siderale dal modello di pena detentiva delineato nella Costituzione.

Roberto Bartoli

Tipologia e misura delle pene nella giurisprudenza costituzionale

DIRITTO COSTITUZIONALE

Fascicolo: 2 / 2025

L’Autore ricostruisce gli orientamenti della giurisprudenza costituzionale in tema di tipologia e misura della pena. Riguardo alla tipologia, particolare attenzione viene dedicata alle sentenze sull’ergastolo, sulle alternative al carcere, sulla pena pecuniaria e sulle pene accessorie. Con riferimento alla misura, oltre agli orientamenti relativi al quantum e al principio di proporzionalità, si esaminano quelli concernenti gli automatismi applicativi che contrastano con l’individualizzazione della pena. L’ultima parte del lavoro è dedicata a considerazioni di fondo e, in particolare, all’evoluzione dei principi in tema di pena e alle problematiche nei rapporti tra i poteri.

Giandomenico Dodaro

Le scelte di criminalizzazione e la loro ragionevolezza

DIRITTO COSTITUZIONALE

Fascicolo: 2 / 2025

Il saggio analizza il modo in cui il controllo di ragionevolezza sulle scelte di criminalizzazione si è affermato e trasformato nel tempo, soprattutto da quando ha iniziato a trovare punti di riferimento nei principi sostanziali del diritto penale. Il dibattito attuale riguarda l’opportunità di strutturare il controllo di ragionevolezza nella forma del giudizio di proporzionalità.

Antonella Massaro

Successione di leggi penali e mutamenti giurisprudenziali: un percorso evolutivo

DIRITTO COSTITUZIONALE

Fascicolo: 2 / 2025

Il contributo propone una definizione del concetto di “mutamento giurisprudenziale”, anche al fine di distinguerlo dai contrasti giurisprudenziali. L’obiettivo, poi, è verificare se l’ordinamento giuridico italiano disponga di strumenti attraverso i quali gestire i mutamenti giurisprudenziali, in accordo ai principi di irretroattività (per i mutamenti sfavorevoli) e di retroattività in mitius (per i mutamenti favorevoli). L’Autrice, dopo un’analisi critica delle principali soluzioni proposte dalla dottrina e dalla giurisprudenza, ipotizza altresì ricostruzioni alternative, tra le quali una diversa collocazione sistematica dell’art. 5 c.p.

Giuseppe Amarelli

Il pluralismo delle fonti e la metamorfosi della legalità penale

DIRITTO COSTITUZIONALE

Fascicolo: 2 / 2025

L’irruzione delle fonti sovranazionali e del diritto giurisprudenziale nel diritto penale ha destabilizzato la legalità penale, mettendo in crisi la sua strutturazione legicentrica. Tuttavia, recenti e numerose pronunce della Corte costituzionale stanno ponendo un argine a tale cambiamento, negando l’esistenza di un conflitto tra legalità europea e costituzionale e riaffermando l’incompatibilità con quest’ultima del creazionismo giudiziario in malam partem. Al diritto sovranazionale e alla judge-made law viene così attribuito un ruolo rilevante in materia penale, senza però riconoscer loro il rango di fonti di produzione delle norme incriminatrici, perché il principio di legalità costituzionale, incentrato espressamente sulla riserva di legge, costituisce un principio identitario del nostro ordinamento che non ammette deroghe sfavorevoli.

Luca Tedesco, Roberto Ricciuti

The State in Pantaleoni: A Theoretical Analysis in Evolution

HISTORY OF ECONOMIC THOUGHT AND POLICY

Fascicolo: 1 / 2025

Maffeo Pantaleoni (1857-1924) maintained that the liberal State should be based on general, universal norms, therefore rejecting those aimed at taking care of special interests. This view was not incompatible with the expansion of the scope of the government. However, the actual government intervention that took place in Italy made him aware of the necessity of restoring a classical, liberal state, which he saw as possible with the advent of Fascism.

Piero Bini

Pantaleoni and Italy in the Great War

HISTORY OF ECONOMIC THOUGHT AND POLICY

Fascicolo: 1 / 2025

The aim of this paper is to examine Maffeo Pantaleoni’s position on the events surrounding the First World War. The first part presents his thoughts on the nature and causes of the Great War, the possible specificities of an economic theory of war, and his analysis of the cost and financing of war. Then, the attention is focused on his proposals for the constitution of the “shareholder State”. I will then present his geo-economic analysis of the autarkic tendencies of economic systems in times of war and his anti-corporatist approach to economic nationalism. This will be followed by the discussion on his position on the so-called ‘Jewish international’, seeking to delimit the nature of his anti-Semitism. The last paragraph is devoted to the Paris Peace Conference of 1919 and the constitution of the League of Nations, both of which he criticized severely. As an alternative, he proposed a common European army under the authority of a federal body.

Claudia Rotondi

Economics and History in Pantaleoni: Distances and Proximities

HISTORY OF ECONOMIC THOUGHT AND POLICY

Fascicolo: 1 / 2025

The significant presence of history in Pantaleoni’s writings, both in reference to ideas and economic facts, suggests caution against an interpretation of his position in the methodological debate between detractors and supporters of the positive interaction between economic theory and history that lacks nuance. This contribution aims to investigate – against the backdrop of the broader theme of the separation or useful contamination between economic and historical knowledge – the role that history can play, according to Pantaleoni, for an economic science that aspires to be “pure”. To this end, it examines both his writings and discussions on the topic with other economist colleagues. Finally, some reflections are proposed on the issue of generality versus historical specificity in the development of economic theory today.