Quando si dice «teoria coerentista della verità», il pensiero corre subito a una vecchia e screditata teoria idealista per la quale difficilmente, sembra, si può provare un interesse che non sia strettamente storiografico. Eppure tesi come quella del carattere globale della verità di ogni singola proposizione, della negazione dell'esistenza di verità immediate, della ricerca delle garanzie di verità come procedimento di inferenza da premesse contraddittorie, della legittima e inevitabile circolarità del dimostrare, danno una misura della grande rilevanza speculativa della teoria coerentista della verità, giungendo a configurare, nel loro insieme, un modello di razionalità alternativo rispetto alla tradizione assiomatico-euclidea del pensiero occidentale. La proposta di Rescher (The Coherence Theory of Truth, Oxford 1973) si presenta così come uno sforzo per riaccreditare, purificare e riorganizzare mediante un impianto formalmente adeguato e una generale riconsiderazione critica una linea di pensiero molto significativa, elaborata da un certo numero di autori di formazione speculativa diversissima quali Bradley e Neurath, Duhem e Quine. Dopo una puntuale analisi della teoria della verità come coerenza, discussa nelle sue molteplici varianti storiche, e una presentazione argomentata della proposta di Rescher, l'autore giunge a rintracciare la presenza dell'idea coerentista in svariate tendenze epistemologiche attuali, dalla «tesi olistica» di Quine al «falsificalismo sofisticato» di Lakatos, e a trarre un bilancio critico dell'epistemologia coerentista, di cui vengono posti in evidenza punti di forza e punti deboli.

Andrea Bottani (Milano 1958) lavora presso l'Istituto di Filosofia dell'Università di Genova, dove ha svolto il dottorato di ricerca in filosofia della scienza. Oltre che di teorie della verità si è occupato di questioni di riferimento e di individuazione, argomenti su cui ha pubblicato numerosi articoli.