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Un'altra nobiltà.

Federico Del Tredici

Un'altra nobiltà.

Storie di (in)distinzione a Milano. Secc. XIV-XV

Piuttosto che delimitare i confini di un ceto di governo relativamente omogeneo, la “matricola dei nobili” milanese tracciò, nei secoli XIV-XV, il profilo di una nobiltà larghissima e tutta naturale, definita dall’appartenenza a determinate parentele, senza alcun riguardo per ruoli politici, ricchezze, e perfino per la stessa inclusione nei ranghi della cittadinanza. Una “strana” nobiltà, che questo libro intende illustrare, indagando sul perché si affermò una simile idea di nobiltà e come poté durare sino alle soglie dell’età moderna.

Edizione a stampa

32,00

Pagine: 288

ISBN: 9788891753533

Edizione: 1a edizione 2017

Codice editore: 1573.453

Disponibilità: Discreta

Pagine: 288

ISBN: 9788891758484

Edizione:1a edizione 2017

Codice editore: 1573.453

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

La seconda metà del Duecento segnò in Italia e in Europa l'avvio di un processo di profonda revisione dell'identità nobiliare. Ad affermarsi, non senza resistenze, fu un'idea di nobiltà fondata anzitutto su di un riconoscimento politico, quella che Bartolo di Sassoferrato in un suo celebre trattato avrebbe definito "nobilitas illata per principatum tenentem".
In molte città italiane a questo cruciale passaggio avrebbe corrisposto nel lungo periodo una definizione del privilegio di stampo patrizio, derivata dalla partecipazione al governo del comune. Non però a Milano, città che pure nel 1377 ebbe una sua "matricola dei nobili", tradizionalmente salutata dalla storiografia come pietra di fondazione del patriziato locale. Piuttosto che delimitare i confini di un ceto di governo relativamente omogeneo, la matricola milanese tracciava infatti il profilo di una nobiltà larghissima e tutta naturale, definita dall'appartenenza a determinate parentele, senza alcun riguardo per ruoli politici, ricchezze, e perfino per la stessa inclusione nei ranghi della cittadinanza. Una "strana" nobiltà, dunque, che questo libro intende illustrare, mostrando per prima cosa come essa potesse costituire un linguaggio di comunicazione intercetuale, un ponte tra uomini situati agli antipodi o quasi del mondo sociale. Ma perché si affermò a Milano una simile idea di nobiltà? E per quale motivo poté durare sino alle soglie dell'età moderna?

Federico Del Tredici è docente a contratto di Storia dell'Italia medievale presso l'Università degli Studi di Milano. Si occupa di temi di storia politica ed istituzionale, con particolare riguardo alla Lombardia del tardo medioevo. Nel 2013 ha pubblicato una monografia dedicata alle comunità rurali del Milanese, Comunità, nobili e gentiluomini nel contado di Milano del Quattrocento.

Abbreviazioni
Introduzione
(L'Europa, la nobiltà, l'Italia delle città; La nobiltà ai margini dell'Italia civile. I baroni di Lombardia e i loro amici; Milano e la sua matricula nobilium)
Essere nobili o essere comuni. Il fallimento dei Grossoni
(Il corpo di Giacomo Grossoni, prevosto di Mezzana; La fondazione della nobile parentela; Il fallimento ha molti nomi; Essere nobili o essere un comune; ppendice. Albero genealogico Grossoni/de Garzonis)
Il punto di vista del contado. "Nobili ovvero i Bossi"
(Il segno della nobiltà. Il notaio Silvestro disegna il suo bue; Nobili, ovvero Bossi)
Il punto di vista della città. L'altare maggiore del duomo come spazio cetuale
(Il nobile Silvestro Bossi va in città; Beltramino Carcano e il suo Liber clericorum; La nobiltà di Milano vista dall'altare maggiore; Non per eccezione, ma secondo regola. Improbabili approbati; Appendice. Chierici nobili tonsurati presso l'altare maggiore del duomo di Milano secondo il Liber clericorum di Beltramino Carcano (1408-1443))
Il punto di vista dei signori. I Visconti ai funerali di Gian Galeazzo
(I funerali del duca; Vipere nel Leviatano. Le parti costitutive dello stato di Gian Galeazzo; Da Eriprando a Gian Galeazzo. Quattro secoli di Visconti; Colonnelli buoni e colonnelli salvatichi; Un noto passo del Convivio; Appendice. Albero genealogico visconteo)
La parentela nel momento del conflitto. I nobili Castiglioni e la "fabbrica" di Castiglione
(I Castiglioni; La fortuna di un re. Cristoforo Castiglioni e la sua biblioteca; La fabbrica di Castiglioni. Il cardinale Branda e i suoi parenti; La parentela nel momento del conflitto)
"Gentiluomini sempre stati della mia casa". Conversazioni tra nobili amici nel palazzo di Gaspare Visconti
(Breve storia di un primo ministro. Gaspare Visconti; Una cena tra amici; La realtà della fantasia. Piccolo clientelismo e letteratura; Nobiltà e "mescolanza gerarchicamente organizzata")
I confini dei gusti. Matrimoni e scene da matrimoni
(La forza dell'amore, e conseguente processo; Matrimoni tra nobili nel contado di Milano; Scene per matrimoni; Tarocchi e castagne)
Oltre la matricola. Fogge nuove in città e nel contado
(I discendenti del vasso Eremberto; La fine vista dal contado. I Castelbesozzi; La fine vista dalla città. Giovan Tommaso Piatti; Nulla habenda in futurum est ratio. Oltre la matricola)
Epilogo
(L'età degli eroi)
Conclusioni. Tra Popolo e patriziato, significato politico di una nobiltà naturale
Carte
Opere citate
Indice dei nomi.

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