Il libro si colloca come primo documento della vasta operazione di revisione di alcune fondamentali tipologie storiche, che l'attuale cultura del progetto di Interni sta affrontando. Sono proprio gli spazi di produzione e di consumo della cultura che oggi registrano il più evidente ritardo, rispetto alle logiche generali con cui la cultura del XXI secolo si sta sviluppando.
Le sale concerto di nuova concezione non sembrano avere ancora stabilito un confronto positivo con la nuova musica e con il suo espandersi dentro lo spazio costruito, oltre i confini blindati delle sale intese ancora come impenetrabili scatole acustiche; nell'epoca in cui per la prima volta la produzione e il consumo di massa (e di concerti negli stadi) hanno trasformato la musica in una sorta di semiosfera sonora che invade la città contemporanea. La nuova danza e la drammaturgia contemporanea cercano nuovi assetti spaziali che superino i limiti tipologici del teatro frontale, che separa ancora pubblico, attori e ballerini nell'epoca dei rave e della società dello spettacolo.
Nei musei di arte contemporanea si cerca ancora di creare sistemi di ordinamento per una cultura creativa che tende invece ad espandersi in modo labirintico, superando i limiti del percorso per creare uno spazio esplorativo e caotico come riferimento della propria logica espansiva; logica che sembra oggi coincidere più con i confini aperti di un Parco Tematico, che non con una tradizionale tipologia museale.
Questo libro raccoglie dunque i primi documenti relativi a questa vasta riflessione teorica e gli esempi di progetti che cominciano a muoversi per sperimentare nuovi dispositivi di funzionamento interno delle tipologie destinate alla produzione e al consumo della cultura contemporanea. Si tratta dunque di una indagine relativa alla progettazione degli spazi interni, una realtà che si confronta con le tendenze emergenti nella cultura contemporanea e con le nuove dimensioni della produzione sociale della cultura e dell'innovazione come parti significative della nuova economia sociale.

Andrea Branzi, architetto e designer, vive e lavora a Milano dal 1973. Dal 1964 al 1974 ha fatto parte del gruppo Archizoom Associati. La sua tesi di laurea e numerosi progetti sono conservati presso il Centro Georges Pompidou di Parigi. Autore di molti libri sulla storia e sulla teoria del design, ha curato numerose mostre del settore. Nel 1987 ha ricevuto il Compasso d'Oro alla carriera. Si occupa di design industriale e sperimentale, architettura, didattica e promozione culturale.
Alessandra Chalmers si è laureata in Disegno Industriale orientamento Interni nel dicembre 2004. Dal 2005 frequenta il Dottorato di Ricerca in Architettura degli Interni e Allestimento presso il Politecnico di Milano e collabora come cultore della materia presso la Facoltà del Design e la Facoltà di Scienze dell'Architettura. Svolge attività di ricerca presso il dipartimento INDACO e si occupa di allestimento, grafica e gestione di eventi culturali.