Senza fratellanza non è libertà.

Democratico e repubblicano, almeno sino a quando durò l'esperienza del Quarantotto, Pacifico Valussi (1813-1893) pubblicò a Venezia, nel corso della rivoluzione, numerosi articoli dai quali risulta l'originalità del suo pensiero nel panorama dell'Italia risorgimentale. Dedicò ampio spazio al dibattito sulla Costituente italiana e all'analisi delle posizioni di Pio IX rispetto alla guerra per l'indipendenza, tentando di conciliare l'esigenza di una radicale riforma politica con il ruolo centrale che riconosceva al cattolicesimo.

Il principio di nazionalità cui si ispirò non entrò mai in contrasto con l'aspirazione alla libertà degli altri popoli europei. A Venezia egli fu l'unico, con Nicolò Tommaseo, a guardare con interesse al vicino mondo slavo e a comprendere la necessità di mettersi in relazione con esso. Consapevole del pericolo insito nelle precarie condizioni economiche delle classi popolari e assertore tuttavia dell'ordine sociale borghese, di cui criticava unicamente gli abusi, Valussi sostenne la necessità di legare il progresso materiale a una contemporanea rigenerazione morale della società, da ottenersi attraverso un'opera educatrice delle masse popolari.

Fabio Tafuro si è laureato in storia presso l'Università Ca' Foscari di Venezia, con una tesi in storia del Risorgimento. Collabora con "VeneziaOttocento. Centro di studi sulle province venete in età napoleonica e austriaca" con sede a Venezia. Ha pubblicato alcune ricerche di storia locale: Pordenone antologia: racconti e poesie scelte e commentate (2002), Franco Martelli: storia di un protagonista della Resistenza pordenonese (2003).