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Razze schiave e razze signore

Pietro Basso

Razze schiave e razze signore

I. Vecchi e nuovi razzismi

Edizione a stampa

22,00

Pagine: 160

ISBN: 9788846427106

Edizione: 3a ristampa 2022, 1a edizione 2000

Codice editore: 1420.153

Disponibilità: Discreta

La razza è una categoria ormai pressoché priva di significato, assicurano studiosi di ogni ramo del sapere. Un mito, un pregiudizio, un ferrovecchio dei tempi andati da riporre in cantina.

La realtà della vita sociale ci dice l'esatto contrario: le razze esistono e sono diseguali, per certi versi sempre più diseguali. E l'appartenenza di razza conta, altro se conta! La razza è, dunque, anche con i suoi miti e pregiudizi, una categoria sociale, politica, psicologica, tutt'oggi viva e vegeta. Magari, questo sì, va in giro vestita di altri panni, come etnia, cultura, civiltà..., ma sono panni che nascondono poco, a meno di non essere, o voler essere a tutti i costi, degli ingenui. Di più: il razzismo, in tutte le sue forme, come razzismo istituzionale, dottrinale e "popolare" - tre aspetti legati, ma distinti - appare pericolosamente in ascesa, alimentato da un'inesausta campagna contro i lavoratori immigrati e contro le popolazioni di colore.

Parte da una simile constatazione questo studio che, intrecciando teoria, storia e attualità, mette a confronto le dottrine razziste vecchie e "nuove". Il razzismo è visto qui nella sua duplice e inseparabile dimensione: come un rapporto sociale materiale e come l'espressione intellettuale, psicologica, comportamentale di tale rapporto. E l'oppressione di razza vi è esaminata nei suoi legami con l'oppressione di classe, di nazione e di sesso.

La tesi che l'Autore sostiene è che il razzismo non è un affatto residuo dei tempi passati, è un prodotto moderno, della moderna Europa industriale. Un elemento organico al capitalismo, al colonialismo capitalistico che da secoli ha spaccato e tiene diviso il mondo in un Nord "bianco", che ha monopolizzato la ricchezza e la scienza prodotta a scala universale, e un "Sud" di colore schiacciato e pauperizzato. E alla luce di questa tesi vengono riletti in modo non conformista i classici del pensiero razzista: da Gobineau a Lapouge, dagli eugenisti ai profeti dell'impero americano, da Evola e i sostenitori della concezione spirituale della razza a Hitler, da Taylor a Ford e Weininger. Per poi esaminare il neo-razzismo "scientista" e "differenzialista" dei nostri giorni, non così diverso da quello del passato come per solito lo si vuol presentare.

Quello che serve davvero - conclude l'Autore - non è tanto l'ennesima critica dei "fondamenti scientifici del razzismo", quanto la critica dei fondamenti sociali , storici , di classe della diseguaglianza tra le razze e del razzismo. Gettando così un ponte verso la seconda parte del suo lavoro, di imminente pubblicazione, dedicata proprio al confronto tra l'anti-razzismo democratico e l'anti-razzismo marxista.

Pietro Basso è docente di Metodologia delle scienze sociali e di Sociologia della devianza presso l'Università di Venezia. Con la FrancoAngeli ha già pubblicato Disoccupati e stato (1981) e Tempi moderni, orari antichi (1998), e ha curato con F. Perocco, Immigrazione e trasformazione della società (2000).


Una questione di bruciante attualità
L'Europa colonialista, culla del razzismo
La disuguaglianza naturale delle razze (e delle classi)
La razza signora: proprietaria e bianca
Le razze schiave: colorati, proletari e donne
La concezione spirituale della razza e il fascismo
Postilla. La suprema "razza dello spirito"? Statunitense, of course
Il Mein Kampf, gli ebrei, lo stato razziale
Nuovi razzismi
Bibliografia

Collana: La societa' / Saggi e studi

Argomenti: Sociologia dei processi culturali

Livello: Saggi, scenari, interventi

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