Quel che Lacan diceva delle donne

Colette Soler

Quel che Lacan diceva delle donne

Studio di psicoanalisi

Edizione a stampa

33,00

Pagine: 238

ISBN: 9788846468765

Edizione: 3a ristampa 2013, 1a edizione 2005

Codice editore: 225.6

Disponibilità: Discreta

Trent’anni fa – per la prima volta dopo Freud – Lacan introduceva qualcosa di nuovo riguardo al sesso nell’esperienza analitica, mettendo a nudo una difficoltà a pensare il proprio della femminilità.

Ciò che l’inconscio dice dell’essere uomini e dell’essere donne resta un pungolo nella dottrina. Se, con Freud, nell’inconscio non albergano che pulsioni parziali, e in materia d’amore – di “relazione d’oggetto” – la scelta narcisistica è primaria, come spiegare l’attrazione fra i sessi? La risposta freudiana evidenzia la mancata rinuncia alla madre, oggetto primordiale. Freud ha poi tentato di convertire questa spiegazione anche al femminile. Ma ha incontrato sorprese e smentite, riconoscendo, alla fine, un fallimento. Il suo celebre “che vuole una donna?” si potrebbe tradurre in: “l’Edipo fa l’uomo, ma non la donna”. Si è dovuta attendere la seconda metà del secolo – con Jacques Lacan – perché in questo campo si introducesse del nuovo, quell’ al di là dell’Edipo che Lacan mette in riferimento alla logica: la differenza fra i sessi si può formulare distinguendo due tipi di godimento, in nome dell’opposizione di due logiche, quella del “tutto fallico” per l’uomo e del “non tutto fallico” per la donna.

Fino a quali conseguenze sono state portate, oggi, queste tesi sulla sessuazione formulate da Lacan? Lo “scandalo” che Lacan ha lanciato è ancora tale o si è ridimensionato? E che strada ha percorso, che risvolti ha assunto?

Questi gli interrogativi che guidano l’autrice nella sua analisi del femminile a partire da Lacan, condotta con l’intento di chiarire e rendere attuale la portata dei contributi specificamente lacaniani sulla controversa questione della differenza fra i sessi nell’inconscio e nella civiltà. Si può cogliere oggi, in questo inizio di XXI secolo, come – nella civiltà – una sovversione sessuale fosse già in corso e come la psicoanalisi, per poco, non ne mancasse la mira. Da un capitolo all’altro, la “logica della sessuazione” sottende tutto il volume, collegandosi anche ad un momento clinico cruciale: la fine dell’analisi. Se anche la clinica della fine dell’analisi dipende dalla logica del non-tutto, perché non chiedersi in che modo questi due aspetti siano tra loro correlati?

L’autrice evidenzia così nuovi, possibili, scenari del discorso analitico, arricchendo di spunti di riflessione originali gli studi del campo lacaniano.

Colette Soler insegna e opera a Parigi. Agrégée di Filosofia, è specialista in Psicopatologia (Parigi V) e in Psicologia (Parigi VII). Punto di riferimento costante nelle Scuole ispirate all’insegnamento di Jacques Lacan, per il suo impegno nella riflessione clinica ed epistemologica, ha occupato e occupa una posizione centrale nelle vicende complesse del movimento lacaniano. All’origine del movimento internazionale dei Forums, è membro fondatore dell’Ecole de Psycanalyse du Champ Lacanien, scuola internazionale presente anche in Italia. Già docente all’Ecole Normale Supérieure, insegna attualmente nel quadro delle Formations cliniques du Champ Lacanien. È autrice di numerose pubblicazioni, tra cui La psychose inspiree. L’inconscient a ciel ouvert de la psychose.


Nota introduttiva
Prologo. Anna O., la prima
Che vuoi?
(Una donna; Che ne dice l’inconscio?)
Clinica differenziale
(Isteria e femminilità; La donna, masochista?; Afflizione femminile)
La madre
(La madre nell’inconscio; L’angoscia della madre; Una nevrosi infantile)
Le donne nella civiltà
(L’isterica del tempo della scienza; Nuove figure di donna; Etiche sessuate; Incidenza sociale della sessualità femminile)
La maledizione
(L’amore non folle; A causa dei godimenti)
L’analisi
(Sintomo di separazione; Degli scopi… d’amore)
Conclusione
(Effetti sociali; Nella psicoanalisi; Discrepanza dei termini)
Appendice. La differenza dei sessi nell’analisi.

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