Le società acquisitive - cacciatori e raccoglitori - rappresentano un ambito di notevole dibattito nell'attuale panorama internazionale delle scienze etnoantropologiche, sia per la definizione di caratteri distintivi e di specifici modi produttivi, sia per i problemi posti all'accertamento della loro genuinità.

Il dibattito si sviluppa a partire dall'esigenza di chiarire, entro limiti scientificamente accettabili, il nesso tra un presunto carattere di originarietà di tali società e alcuni tratti specifici - come la divisione sessuale del lavoro e lo scambio egualitario del cibo - che appaiono normalmente presenti in popolazioni che sopravvivono mediante prelievo continuo e consumo di risorse selvatiche.

L'autore, riprendendo la polemica sulle tesi Marshall Sahlins relative all'opulenza originaria, sviluppa un'analisi formale di dati prodotti dalle più recenti ricerche sui San del Kalahari, sui Pigmei e su altre popolazioni, per dimostrare la tesi che anche queste società si costituiscono su principi di razionalità economica.