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La teoria kantiana dell'esperienza

Hermann Cohen

La teoria kantiana dell'esperienza

Edizione a stampa

40,00

Pagine: 288

ISBN: 9788820435707

Edizione: 1a edizione 1990

Codice editore: 230.32

Disponibilità: Fuori catalogo

La Teoria kantiana dell'esperienza, che esce a Berlino nel 187 1, rappresenta, nell'ambito del movimento di ritorno a Kant, il primo approccio filologico approfondito alla Critica della ragion pura e segna il passaggio del dibattito neokantiano da una concezione fisiologica e psicologica dell'apriori ad una sua definizione più rigorosamente trascendentale. Il senso di questa distinzione e lo stesso significato del trascendentale vengono chiariti da Cohen in quest'opera nel confronto sistematico con le principali correnti filosofiche del periodo. Vi troviamo, dunque, tematiche psicologiche, che danno il via alla dinamicizzazione dell'apriori, problematiche di origine hegeliana che - mediate attraverso la psicologia dei popoli - conferiscono all'apriori un carattere storico, e istanze, scaturite dal testo kantiano e che forse si ricollegano all'educazione talmudica dell'autore, che sottolineano l'autonomia e la purezza del teoretico. Tutti questi motivi risultano ancora visibili nella prima edizione del testo, alla quale questa traduzione si riferisce, e rendono storicamente comprensibili alcuni criteri di fondo della lettura neokantiana di Kant - dalla definizione dei tre livelli dell'apriori alla priorità dell'analitica sull'estetica, dei principi sulle categorie, all'interpretazione della cosa in sé - che costituiranno, ancora nel 1929, nel dibattito a Davos tra Cassirer e Heidegger, i tratti fondamentali della filosofia di Marburgo.

Hermann Cohen (Coswig 1842 Berlino 1918) fu professore a Marburgo dal 1873 al 1912 e poi, fino alla morte, docente alla Hochschule fúr die Wissenschaft des Judentums a Berlino. Oltre all'interpretazione delle tre Critiche kantiane (in italiano è reperibile La fondazione kantiana dell'etica, a cura di Gianna Gigliotti, Milella, Lecce 1983), Cohen ha elaborato un proprio System der Philosophie (1 9021912) e una lettura del giudaismo in Die Religion der Vernunft aus den Quellen des Judentums (postumo, 1919).

Presentazione, di Luisa Bertolini
Nota del curatore
Elenco delle abbreviazioni
Prefazione
I. Introduzione. La determinazione logica di spazio e tempo
II. Esposizione metafisica di spazio e tempo
III. Lo spazio come forma del senso esterno
IV. Esposizione trascendentale di spazio e tempo
V. Il punto di vista di Trendelenburg sulla «lacuna» nella dimostrazione trascendentale
VI. Rapporto tra l'Estetica trascendentale e la Logica trascendentale
Vll. Le condizioni formali dell'esperienza
Vlll. Le categorie come forme del pensiero
IX. La deduzione trascendentale delle categorie
a. Il significato della deduzione trascendentale a differenza di quella empirica e di quella metafisica
b. La stesura della prima edizione. L'oggetto della rappresentazione
e. La seconda stesura. L'lo
X. La dottrina del senso interno
XI. Gli attacchi di Schopenhauer alla deduzione trascendentale
XII. Lo schematismo dei concetti puri dell'intelletto, Analitico e sintetico
Xlll. I principi sintetici
XIV. L'idealismo trascendentale come realismo empirico, La cosa in sé
XV. La prova indiretta dell'antinomia. Il concetto di mondo
Appendice. La seconda edizione


Contributi: Luisa Bertolini

Collana: Filosofia

Livello: Studi, ricerche