Questo lavoro rappresenta la terza edizione dell'Osservatorio "Economia e territorio" costituito da CNA Emilia Romagna, CNA Lombardia e CNA Veneto. Troppo spesso i confini amministrativi sono stati considerati limiti invalicabili: in realtà, le traiettorie di crescita ed i comportamenti di mobilità delle persone e delle imprese non considerano vincolanti i confini amministrativi. In questo contesto, le infrastrutture ricoprono un ruolo fondamentale, in quanto rappresentano un fattore di vantaggio competitivo e pertanto uno dei criteri localizzativi delle imprese. Perciò, non è più possibile fare a meno di una "mappa invisibile" del territorio, in grado di fornire una rappresentazione del quadro reale delle connessioni e delle dinamiche tra le varie aree del Paese. Si tratta, oltretutto, di una necessità che appare in linea con i processi di riforma dell'assetto istituzionale, come il superamento delle Province, l'istituzione delle Città metropolitane e la promozione delle Unioni di Comuni e della gestione associata dei servizi municipali.
Nello specifico, il libro analizza le trasformazioni economiche di una vasta porzione di territorio del Paese che comprende Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. In queste regioni, infatti, vive e opera circa un terzo della popolazione e delle imprese italiane; è un'area che contribuisce per il 40% alla formazione del Pil nazionale e che rappresenta il 54% delle esportazioni del nostro Paese; inoltre, nonostante l'ormai diffusa terziarizzazione dell'economia, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto si confermano regioni con una solida vocazione industriale, assorbendo ben il 49% degli occupati e il 39% delle imprese del comparto manifatturiero nazionale.
Negli ultimi quattro decenni si sono verificate grandi trasformazioni che hanno modificato profondamente le principali caratteristiche economiche e sociali di questa ampia ed importante area del Paese.
La principale trasformazione riguarda il passaggio dal "piccolo triangolo" Milano-Torino-Genova legato al boom della grande industria all'attuale "grande triangolo" Milano-Venezia-Bologna; infatti, contestualmente al passaggio dalla grande alla piccola impresa, si è assistito ad un riassetto della geografia dello sviluppo del nostro Paese, il cui baricentro si è progressivamente spostato da ovest a est. Il fatto che i vertici di questo "grande triangolo" coincidano con tre delle nascenti Città metropolitane offre lo spunto per riflettere sull'identità e sul futuro di questo territorio. Infatti, il confronto con le grandi aree urbane d'Europa e del mondo dà l'idea della dimensione sostanzialmente limitata delle Città metropolitane di Bologna, Milano e Venezia. Per tale ragione, queste nuove istituzioni avranno maggiori possibilità di incidere positivamente sulla vita delle persone e delle imprese solo se riusciranno a costruire una "rete" di Città metropolitane, creando sinergie con i poli intermedi e promuovendo una visione unitaria dello sviluppo.