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Il tempo opaco degli oggetti

Francesca La Rocca

Il tempo opaco degli oggetti

Forme evolutive del design contemporaneo

Edizione a stampa

26,50

Pagine: 160

ISBN: 9788846476852

Edizione: 1a ristampa 2011, 1a edizione 2006

Codice editore: 283.1

Disponibilità: Discreta

Storicamente nato nelle scintille dell’opposizione moderna di tecnica e cultura, il design si è nutrito anche della ricchezza vivificante di questo conflitto, sfuggendo sia all’ambito dell’arte che a quello della tecnologia e nello stesso tempo servendosi di entrambe. Questa ambiguità strategica è servita al design a muoversi più agilmente, a definire un territorio riservato in cui operare e sperimentare, riuscendo a salvaguardare aspetti altrimenti rifiutati dalla modernità.
Benché vicinissimo all’industria e alle sue logiche, il design non ha mai rispecchiato fedelmente l’ottimizzazione tecnicista, riducendosi a semplice mezzo della ragione economica, né ha aderito in pieno ai paradigmi scientifici del riduzionismo. Esso ha spesso agito, invece, come una sorta di grimaldello della modernità: più indisturbato nello sperimentare rispetto all’architettura, legato alla quotidianità e alla dimensione privata dell’abitare, ha fatto della vicinanza all’utente la sua forza persuasiva.
Il saggio delinea quindi il ruolo svolto dal design nel passaggio dal “progetto trasparente” al “progetto opaco”: nella modernità la superficie dell’oggetto ne prosciuga la profondità, l’oggetto non possiede quindi segreti né una sua specificità interiore. L’oggetto post-industriale rivendica attraverso i caratteri dell’indistinzione, dello sfumato, dell’opaco il diritto a custodire quella dimensione di interiorità e intimità dell’anima negata dall’ottimizzazione tecnica.

Francesca La Rocca, architetto, è ricercatore presso la Seconda Università degli Studi di Napoli dove insegna Cultura e tecnica nella produzione industriale e Requisiti ambientali del prodotto industriale al Corso di Laurea in Disegno industriale. È autore di saggi e articoli sulla cultura del progetto e di relazioni a convegni nazionali ed internazionali. Si occupa del rapporto tra progetto e cultura scientifica contemporanea e in particolare di tematiche inerenti l’eco-orientatamento nell’architettura e nel design. Tra i suoi lavori Tecniche della natura in architettura. Percorsi della biologia nella teoria progettuale (Maggioli, Rimini 1997) e Il design del movimento (Esi, Napoli 2003).

Selezionato dall’ADI Index 2007 per il XXI Compasso d’Oro, sezione "Ricerca teorica, storica e critica".



Premessa
(Opacità e trasparenza; Il grimaldello della modernità)
Lo sguardo vuoto. Il mito dell’ottimizzazione del prodotto
(Lo sguardo vuoto; Il progetto trasparente; L’ottimizzazione del prodotto; La riga bianca; La macchina e la personalità oggettiva; Tecnica per qualunque luogo; Organismi, macchine e opere d’arte; La conquista dell’ubiquità; Il valore delle cose vicine)
Lo sguardo miope. La nuova vicinanza dell’oggetto post-industriale
(Lo sguardo miope e il progetto opaco; Una transizione di scenario; Qualità parziali; Mestiere e mistero; Il marketing e la crisi del metodo; Una nuova vicinanza del prodotto; L’alone degli oggetti; Funzione industriale e valore affettivo; Eco-compatibilità e design; La materia opaca; Miniaturizzazione e destandardizzazione; Derive dell’ecoefficienza; Derive della qualità)
La qualità compiuta. Forme evolutive del design contemporaneo
(Lo sguardo del design; La celebrazione del performativo; La qualità totale e l’ipertrasparenza; Il design dell’esperienza; Il design delle relazioni; Il design del “tra”; La mano necessaria; Pluralismo tecnologico; La qualità compiuta; Frontiere dei materiali; Il tempo opaco degli oggetti)
Andrea Branzi, Postfazione. Il declino degli oggetti.

Contributi: Andrea Branzi

Collana: Culture del design

Argomenti: Disegno industriale - Compatibilità ambientale ed ecologica

Livello: Saggi, scenari, interventi

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