Il quarto occhio

Enrico Escher

Il quarto occhio

Vol. II. Sociologia, storia, ermeneutica del linguaggio della televisione

Edizione a stampa

22,00

Pagine: 224

ISBN: 9788846473899

Edizione: 1a edizione 2006

Codice editore: 244.1.14

Disponibilità: Discreta

Si parla spesso, oggi, di una "nuova civiltà delle immagini" ed è risaputo che molte informazioni del nostro tempo sono veicolate da segni iconici: la fotografia, il cinema, la televisione, i fumetti, i cartelloni, colpiscono continuamente la nostra mente con la loro suggestione. Nell'immagine ciò che si rappresenta è insieme ciò che si vede e ciò che si sa: la cosa rappresentata, per poter essere adeguatamente riconosciuta, fa sempre appello alla cultura del fruitore ed è da questa mediata.
L'immagine, dunque, non duplica esattamente le cose che rappresenta; essa è pensiero visivo indipendente dalle sequenze lineari proprie delle strutture cognitive ed espressive del linguaggio verbale; per lo stesso motivo non è un autoenunciato del mondo, ma uno specchio ambiguo che va decifrato nei suoi segni significanti, correlati al contesto socio culturale che li esprime. Qualcosa in bilico tra imitazione, traccia e convenzione ( M. Joly).
Questa immagine - vista ed elaborata da un lato e, dall'altro, recepita da un "quarto occhio" che, al contempo, è quello delle telecamere e dello spettatore- è la storia stessa di un viaggio nel quale noi, "nomadi senza patria nel villaggio globale" viviamo un secolo contraddittorio, lacerato, in cui il trionfo della razionalità si lega allo "sfibramento" dell'io e al suo depotenziamento; il progressivo rifugio nella tecnologia al risveglio di un nuovo desiderio di metafisica e di assoluti.
Ma con l'avvento della televisione l'immagine diventa una realtà primaria, spodestando la parola: "l'immaginazione è stata distrutta da una overdose di immagini" scrive con accenti paradossali Jan Baudrillard. Queste trasformazioni colpiscono la ricerca e la trasmissione del sapere, l'una e l'altra preordinate alla dialettica di una competizione mondiale. Ma proprio nel momento in cui lo statuto del sapere scientifico sembra subordinato più che mai ai giochi di potere, proprio in tale momento emerge in tutta la sua drammaticità il problema di "cosa " è il sapere e di chi sa c"cosa conviene" decidere.
Nella consapevolezza di tutto ciò, senza essere né apocalittici né integrati, riteniamo sia doveroso assumerci quelle responsabilità che comporta l'interrogativo posto da Habermas: nelle società civili "potrà mai formarsi la coscienza dell'obbligo e della solidarietà cosmopolitica?". Con la speranza che non sia solo l'ottativo del cuore a fornircene la risposta.

Enrico Escher, giornalista professionista. Ha ideato e coordinato "NewspaperGame", un'iniziativa di Nie (Newspaper in educational) rivolta al mondo della scuola. Insegna "Comunicazione, televisione e new media" e "Sistemi informativi europei" nella Facoltà di Lingue e letteratura straniere e "Cinema, fotografia, televisione" in quella di Scienze della formazione dell'Università di Catania, Tecniche dell'informazione e dei mass media alla "Scuola interuniversitaria siciliana di specializzazione per l'insegnamento nella scuola secondaria". Collabora con riviste quali "Segni e comprensione", "Il Protagora", "Idee", gli "Annali" della Facoltà di Scienze della formazione. Con Franco Angeli ha pubblicato "La visibilità mediata del potere" giunto alla seconda ristampa.


Premessa. "Noi nomadi senza patria nel villaggio globale"
Grammatica e sintassi della televisione
(È nata la televisione; La televisione e il suo linguaggio; Impegno deontologico o sistema autopoietico?; Dalla teoria alla prassi; La macchina del potere; Il pubblico e i pubblici)
L'oggetto del desiderio
(I generi televisivi; La pubblicità: un metagenere anomalo)
La televisione e la trasformazione dei ruoli sociali. La partita del futuro
(Infanzia e televisione: due categorie controverse; Il piccolo utente; Media Education; La televisione del futuro o il futuro della televisione)
Indice delle opere citate
Indice dei nomi.

Contributi:

Collana: La cultura della comunicazione

Argomenti: Radio e televisione

Livello: Studi, ricerche

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