Sempre più spesso si parla di potere. Che ci si riferisca alle "logge massoniche", alle "cupole mafiose", al "Quinto Potere" o, ancora, al "potere occulto", alla base c'è sempre la denuncia del divario tra potere e società.

I luoghi delle decisioni sono sempre più estranei a coloro che le decisioni le subiscono. Le persone tendono a diventare sempre più spettatori anziché artefici. Ma, nel momento in cui c'è coscienza di questo, prende forma di conseguenza una crisi dell'autorevolezza del potere e quindi della sua legittimità.

Il potere senza volto: la prossima angoscia nasce dal disagio avvertito nell'assistere al peculiare evolversi delle condotte sociali ed esamina il modo in cui oggi le persone si rappresentano il potere e, più in generale, se stessi in rapporto alle attuali gerarchie politico-sociali.

L'autore fa riferimento a contributi classici e ad acquisizioni recenti della letteratura psico-sociologica e conclude con un interrogativo inquietante: riuscirà l'uomo a ristrutturare il suo Sé per ristrutturare i propri rapporti gerarchici e, in definitiva, i propri destini?

La lettura di queste pagine può forse suggerire alcune modalità per porsi almeno in termini più attenti questa domanda.

Roberto Gentile (Napoli, 1939), è professore ordinario e insegna Psicologia sociale presso l'Università degli Studi Federico II di Napoli dal 1973. Ha condotto ricerche sperimentali e di campo sui temi del Mutamento e del Potere. È autore di pubblicazioni e saggi tra cui: Comportamento atteso e comportamento osservato: la tendenza a personalizzare, Milano, Angeli, 1970; Contraddizione, Conflitto, Mutamento, Napoli, Guida, 1975; Fiducia e sfiducia tra emarginazione e potere, Napoli, Loffredo, 1982; Prospettive di ricerca in psicologia, Napoli, Loffredo, 1987; Arbitrio del potere e potere dell'arbitrio, Milano, Angeli, 1992.