Il giovane Cassirer e la scuola di Marburgo

In questo volume viene per la prima volta tentata una ricostruzione analitica della formazione del pensiero di Ernst Cassirer (1874-1945), nel contesto del dibattito teorico della scuola di Marburgo di Hermann Cohen e Paul Natorp.

Solitamente trascurata dalla letteratura critica, che si è accontentata per lo più di formule generiche, la riflessione del giovane Cassirer riveste invece un interesse di primo piano: sia per i sottili legami di continuità e discontinuità che essa intrattiene con i maestri marburghesi (peraltro impegnati, negli anni della formazione cassireriana, in un sotterraneo confronto polemico), sia per il rilievo che i primi lavori di Cassirer - dalla dissertazione su Descartes al grande libro su Leibniz del 1902 - assumono anche nella prospettiva della sua elaborazione più matura.

Collocando il giovane Cassirer nel punto di intersezione tra la scuola di Marburgo da un lato e la 'rinascita leibniziana' dei primi del Novecento dall'altro, il saggio intende offrire, anche avvalendosi di materiale inedito di notevole interesse, un'immagine diversa della posizione filosofica di Cassirer: ben più legato alla scuola di Marburgo di quanto non si sia solitamente riconosciuto, ma pure originalmente proteso nella rimeditazione del trascendentale kantiano attraverso la decisiva mediazione di Leibniz. Emerge così un profilo inconsueto di Cassirer, largamente incentrato su quella componente 'neoleibniziana' che si prolungherà sino alla più tarda Filosofia delle forme simboliche, offrendo in tal modo un motivo unitario per la comprensione del percorso teorico di uno dei maggiori filosofi del nostro secolo.

Massimo Ferrari (Gressoney St.Jean, 1954) ha conseguito il Dottorato di ricerca in Filosofia presso l'università Statale di Milano. I suoi studi si sono inizialmente rivolti alla cultura filosofica italiana tra Otto e Novecento, a cui ha dedicato numerosi saggi e il volume Lettere a Bernardino Varisco 18671931 (Firenze, 1982). Ha collaborato a «Cultura e scuola», al «Giornale critico della filosofia italiana» e alla «Rivista di filosofia». Fa parte della redazione della «Rivista di storia della filosofia», sulla quale ha pubblicato articoli e recensioni.