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Il Mezzogiorno e i suoi porti

Marco Canesi

Il Mezzogiorno e i suoi porti

La chiave di una nuova prospettiva di sviluppo

Riconoscere nel sistema dei porti di Taranto, Gioia Tauro e Crotone il principale snodo di traffico container tra Oriente e Occidente nell’ambito dell’emisfero orientale e costruire un nuovo bacino produttivo nel Mezzogiorno potrebbero costituire per l’Italia un modo per allargare e diversificare la propria struttura produttiva. Il Mezzogiorno diverrebbe così il baricentro di una nuova area economica del Mediterraneo e di una politica di cooperazione con l’Africa e il Medio Oriente, volta a definire nuove relazioni intercontinentali.

Edizione a stampa

34,00

Pagine: 324

ISBN: 9788891782632

Edizione: 1a edizione 2019

Codice editore: 380.400

Disponibilità: Discreta

Pagine: 324

ISBN: 9788891797247

Edizione:1a edizione 2019

Codice editore: 380.400

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

L'Italia, dopo la debole ripresa di questi ultimi anni, sta precipitando in un'altra recessione, con il rischio di diventare un Paese semiperiferico. Il declino, in atto da molto tempo, è da imputare a ragioni strutturali (e non solo ai vincoli europei). Sarebbe prioritario immaginare un nuovo sviluppo e i settori strategici di una nuova struttura produttiva, ma riuscirvi appare molto difficile: esauritosi il fordismo, i grandi oligopoli dei Paesi più forti hanno aumentato enormemente il proprio potere di controllo sui mercati imponendo un modo di sviluppo che è causa di bassa crescita.
Tuttavia al Paese resterebbe una importante chance: riconoscere nel sistema dei porti di Taranto, Gioia Tauro e Crotone il principale snodo di traffico container tra Oriente e Occidente nell'ambito dell'emisfero orientale e, sfruttando la sua presenza come esclusiva economia esterna, costruire un nuovo bacino produttivo nel Mezzogiorno, non solo autopropulsivo ma anche autocentrato.
Un grande piano di opere infrastrutturali e ambientali, finanziato mediante una nuova forma di mercato, estranea alla logica del profitto ma operante a fianco del mercato tradizionale, consentirebbe la sua realizzazione e, nello stesso tempo, assicurerebbe la piena occupazione.
L'Italia, in questo modo, allargherebbe e diversificherebbe la propria struttura produttiva: da un lato, rafforzerebbe i settori in cui è leader mondiale, cioè quelli dei prodotti personalizzati made in Italy, primi fra tutti i beni strumentali; da un altro lato, acquisirebbe nuovi settore a più alto valore aggiunto, primi fra tutti la logistica.
Il Mezzogiorno diverrebbe il baricentro di una nuova area economica del Mediterraneo e di una politica di cooperazione con l'Africa e il Medio Oriente, volta a definire nuove relazioni intercontinentali.

Marco Canesi
è professore di Urbanistica presso la Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano. Le sue ultime più importanti pubblicazioni sono state: Questione epistemologica e potere accademico. Opposte visioni dell'economia e implicazioni urbanistiche (Punto Rosso, 2008), Le macchine utensili e il made in Italy (FrancoAngeli, 2012); Egemonismo del capitale e autodeterminazione dei popoli. Una proposta per il Centro America e i Caraibi (FrancoAngeli, 2015); La Valtellina. Economia montana, sviluppo alternativo, nuovo soggetto sociale (FrancoAngeli, 2017); Una nuova transizione al socialismo. Il ruolo chiave di Cuba e del Centro America (FrancoAngeli, 2018).

Marcello Minenna, Prefazione
Introduzione
Un'autentica sovranità nazionale
Il nuovo modo di sviluppo, a livello mondiale
(L'esigenza di un'offerta personalizzata e una risposta elusiva; Una crisi di sovrapproduzione assoluta. I presupposti di una nuova classe lavoratrice)
Un'alternativa al declino dell'Italia
(Il made in Italy, un punto di forza non sufficientemente traente; Occorre una nuova organizzazione aziendale e territoriale, ma anche una più larga e diversificata base produttiva)
Una nuova centralità tra Oriente ed Occidente
(I porti di Taranto, Gioia Tauro, Crotone e la possibilità di un loro ruolo strategico; L'accesso al Centro Europa; È urgente una politica dei trasporti marittimi non subalterna agli interessi dei Paesi più forti; Il predominio di una visione mercantile è causa di proposte riduttive per il sistema portuale e lo sviluppo)
Un bacino produttivo autocentrato
(Le debolezze della struttura produttiva; L'ipotesi di un nuovo assetto territoriale)
Alcuni interventi strategici
(L'Alta capacità spina dorsale di un nuovo sistema dei trasporti; Le caratteristiche del tracciato ferroviario prescelto. Un confronto con due tracciati alternativi; Tre città policentriche)
Le nuove opportunità dell'industria
(Le imprese del made in Italy; Le imprese ad alta tecnologia; L'Ilva di Taranto)
Una soluzione al problema finanziario
(I limiti dei fondi di finanziamento disponibili; Il mercato alternativo; Lo Stato imprenditore sociale e i vantaggi per il mercato tradizionale)
L'entità del finanziamento e la sua sostenibilità economica
(Gli obiettivi; Le spese improduttive, il reddito differito e le tasse autogenerate; Il debito)
I migranti extracomunitari e il loro ruolo per un autentico sviluppo dell'Africa
(L'entità del fenomeno; Le cause strutturali; Un fronte transahariano antropizzato opportunità di sviluppo per il Nord Africa e di mobilitazione per i migranti)
Conclusioni
Andrea Del Monaco, Postfazione
Riferimenti bibliografici

Contributi: Andrea Del Monaco, Marcello Minenna

Collana: Economia e politica industriale

Argomenti: Urbanistica e pianificazione territoriale - Economia industriale

Livello: Studi, ricerche

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