I versamenti spontanei dei soci costituiscono, nel nostro paese, una pratica molto diffusa, soprattutto in realtà di piccole e medie dimensioni con un ristretto corpo sociale, in quanto la tempestività e l'informalità con cui affluiscono alla società beneficiaria garantiscono flessibilità operativa anche a strutture peculiarmente sottocapitalizzate.

Si tratta, da un lato, di veri e propri prestiti che generano, in capo al destinatario, un obbligo di restituzione e, dall'altro, di un conferimento "atipico", con somme definitivamente acquisite al patrimonio comune della società e, come tali, pienamente disponibili.

E proprio la loro riconducibilità a due distinte fattispecie origina opposte conseguenze sia per i soci e la società, sia per i terzi che con questa intrattengono transazioni economico-finanziarie.

Traendo spunto dalle conclusioni a cui sono giunte dottrina giuridica e giurisprudenza in merito alla configurabilità, natura e disciplina dell'operazione in oggetto, questo lavoro cerca di suggerire ed illustrare qual è la più conveniente collocazione dei versamenti nel bilancio di esercizio, alla luce dei fondamentali postulati di "chiarezza", "veridicità" e "correttezza" che presiedono alla sua redazione. Le soluzioni proposte sono state sviluppate anche analizzando con spirito critico alcune impostazioni assunte al riguardo nella pratica operativa, sulla cui correttezza contabile abbiamo espresso non poche riserve.

Fabrizio Berti è professore associato di Economia aziendale, nonché dottore commercialista e revisore contabile. Fra i suoi scritti, si ricordano: Aspetti innovativi di analisi e determinazione dei costi nelle imprese a produzione flessibile (1994), Il sistema dei budget aziendali (1995) e Alberto Ceccherelli. Uno schema per l'interpretazione della sua opera (1996), nei tipi di Cedam.