L'elaborazione teorica sui problemi della conoscenza, della storia e della scienza politica di A. de Tocqueville, G. Ferrari e G. Mosca rivela importanti e significative convergenze che tuttavia non annullano la loro distinta originalità. La costruzione della scienza politica, ambizione comune ai tre autori, si fonda, oltre che sull'analisi della realtà, sulle teorie di grandi scienziati e pensatori politici, quali Platone, Aristotele, Machiavelli, Montesquieu, Rousseau, e di numerosi altri moderni e contemporanei. I loro percorsi teorici rimandano ad un intreccio indissolubile fra la realtà storica e il pensiero politico di ogni tempo e paese, fondamenti di ogni espressione di scienza politica.

La comparazione fra paesi diversi e, all'interno di un paese, fra epoche diverse è un processo metodologico che consente ai tre autori di fondare le loro teorie sulla storia del passato e del presente. Gli esiti cui pervengono risultano essere una commistione di analisi sperimentale e di sintesi teorica volta a consentire il mutamento della società in cui vivono attraverso l'individuazione di mali e pericoli incombenti in ogni tipo di convivenza politica e in ogni tempo. Il mutamento, caratteristica di ogni struttura politica, non consentirà, seppure attuato con accortezza e prudenza, un assestamento accettabile e definitivo. L'antidogmatismo, la mancanza di illusioni, il disincanto teorico rappresentano gli aspetti più affascinanti del loro contributo teorico, in cui si collegano principi di liberalismo, democrazia e socialismo.

Silvia Rota Ghibaudi, ordinario di storia delle dottrine politiche presso la Facoltà di scienze politiche dell'Università di Torino, ha pubblicato, fra I'altro, numerosi studi su Rousseau, Proudhon, sul socialismo francese e inglese. Per gli autori qui analizzati si segnalano in particolare: G. Ferrari. L'evoluzione del suo pensiero (1969), Scritti politici di G. Ferrari (1973), Ferrari e il nuovo Stato italiano (1992), Rousseau, Tocqueville e il dispotismo (1992).