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Dell'antichissima e nuova e immutabile sapienza

Mario Cassa

Dell'antichissima e nuova e immutabile sapienza

Lezioni sulla "repubblica" di Platone, Agostino, Moro, Campanella e Muratori

Edizione a stampa

64,50

Pagine: 564

ISBN: 9788820463779

Edizione: 1a edizione 1990

Codice editore: 1825.7

Disponibilità: Nulla

In queste pagine sono trascritti i corsi delle lezioni tenute tra gli anni 1985 e 1988. Delle lezioni trattengono la forma discorsiva, colloquiare, essenzialmente divulgativa. Il volume si presenta quindi come un testo propedeutico, dove l'autore, seguendo le piste delle grandi guide, ripercorre la traccia dell'antichissima sapienza greca e cristiana. Tutti siamo di ritorno, oggi, dalla lezione del nihilismo di Nietzsche, così come in Atene tutti ritornavano dalla lezione del socratico «sapere di non sapere». Siamo di ritorno dalla lezione di Nietzsche sul pensiero che affronta la potenza e l'apparente vittoria dell'avversario, in quelle province della décadence dove tramontano e muoiono tutti gli dei. Ma la lezione di Nietzsche - come quella di Socrate - si vale dell'apparire di questa sconfitta, di questa décadence, per dar prova, ancora una volta della potenza della verità, che nella contraddizione si fa manifesta.

Il discorso prende inizio perciò dalla grande décadence del terzo e quarto secolo; dall'età di Costantino rievocataci da Jacob Burckhardt, testimone, a sua volta, di quella décadence di cui parla Nietzsche. Le grandi guide sono qui anzitutto, Platone e Agostino; e il punto di incontro più vicino a noi, privilegiato, è quello di Tommaso Campanella. La 'Repubblica', la 'Città di Dio' e la 'Città del Sole' sono tre immagini della sommità civile, ossia della ragione vera, che sviluppa la trama della sapienza. Il discorso è vero, infatti, quando la teoria si fa manifesta, si fa oggettiva nella pratica: quando si fa progetto della città, ragione etica.

Introduzione
Parte I - Tra Platone ed Agostino
Tra repubblica e chiesa
Nota bibliografica
I. Jakob Burckhardt e la décadence della civiltà
2. Décadence e coscienza religiosa
3. Décadence e destino umano
4. L'Africa nell'età di Costantino
5. L'esigenza dell'immortalità
6. Politeismo e ateismo
7. Alle origini dell'anacoretismo e del monachesimo
8. Sincretismo e neoplatonismo
9. Filostrato e la Vita di Apollonio
10. Ancora sull'anacoretismo
II. Agostino e la Vita di Sant'Antonio
12. La Chiesa dei monaci e la Chiesa di Costantino
13. Agostino e La città di Dio
14. Agostino e la storia di Roma
15. Gli dei pagani e la pace sociale
16. Cos'è la felicità
17. La storia e l'eterno
18. L'essere intero e le differenze infinite
19. Le due Città: la loro differenza non è quella tra corpo e spirito - Contro i neo-platonici
20. Le due Città: la loro contesa appartiene al disegno di Dio
21. La creazione dal nulla
22. Dio è il luogo nel quale sta dall'eterno la lotta e la vittoria della Città
23. Non c'è progresso dalla Città terrena a quella celeste; tra le due c'è un salto, una discontinuità insanabile. Quel salto però lo deve operare Dio stesso: all'uomo s'impone l'attesa
24. Il valore di realtà cade sulla contesa tra le due Città più che sulla vittoria della Città di Dio - Il Mediatore
25. Questioni «teologiche»
26. Il Salvatore, ossia il mediatore della verità
27. Agostino e Platone
28. La vita piacevole è quella giusta
29. La generazione umana non ha né principio né fine
30. Il primo libro della Repubblica: la legge del più forte
31. Le origini dello Stato
32. Dopo il diluvio
33. La ricchezza e l'animosità
34. L'educazione
35. La composizione nell'intero
36. Ricchezza, denaro e purificazione
37. La dialettica della purificazione
38. L'immagine del mondo - La caverna
39. La dialettica della ragione
40. La dialettica dello Stato
41. La Verità e il Bene
42. Il filosofo e lo Stato
43. Ritorno ad Agostino
44. Le due Città: aliene l'una all'altra esse sono reciproca-
mente il luogo della rispettiva alienazione
45. Dov'è la ragione della finale contraddizione tra la Repubblica di Platone e la Città di Agostino
46. Da Agostino a Tommaso Moro - scompare la remota presenza della Città celeste nella quale Agostino condanna alla alienazione eterna tutte le potenze dell'uomo che gli è stato consegnato da Platone
47. Un secolo dopo: La città del Sole
48. L'utopia morale di Daniello Bartoli
49. I gesuiti mettono in pratica nelle Riduzioni del Paraguay l'utopia comunista; e perciò la loro Compagnia verrà sciolta dopo un secolo e mezzo di felice esperienza
50. La testimonianza dello storico: Lodovico Antonio Muratori
51. I puritani, i «livellatori», gli «zappatori» inglesi »
Parte Il - Campanella. Progetto della sapienza vera,
di una chiesa che è repubblica
Nota bibliografica
1. Neppure Hegel sapeva di Campanella
2. Per Campanella come per Platone la verità del pensiero si palesa solo nella Repubblica
3. I primi anni in Calabria »
4. Primi itinerari di un frate che disturba
5. Un brano di storia del Meridione
6. Progresso: cosa significa? A quale meta ci avvicina?
7. La storia è sempre lotta di classe
8. I conventi domenicani di Napoli
9. Il «banditismo» nel Vicereame
10. Ed ora si può leggere dentro alla rivolta di Calabria
11. La Città del Sole e la rivoluzione «libertina»
12. La civiltà del Meridione italiano nel Seicento
13. La civiltà - «Kultur» - europea nel primo Seicento
14. La cultura libertina e la nascita della scienza moderna
15. Un passo avanti per meglio illuminare il passato: Vico contro Cartesio
16. La profondità dell'Utopia e la dinamica del progresso
- L'Utopia e la Città del Sole
17. Utopia e meccanicismo
18. Cenni al difficile corso della vita di Campanella nel decennio 1589-1599 - Di alcune delle opere maggiori che in quel decennio prendono la prima forma
19.Del senso delle cose e della magia
20. Di alcune Poesie dei primi anni di prigionia
21. La Phisiologia, o Epilogo Magno - «Spirito» e «Anima»
22. La Metaphysica - Scienza e sapienza
23. Campanella e l'ingrato Hegel
24. Un cenno a Spinoza - Passione e intelligenza - Il mondo e Dio
25. Sentire e pensare. Campanella tra «empirismo» e «razionalismo»
26. Il discorso metafisico di Platone
27. Ritorno alla Metaphysica di Campanella - 2' Parte. Come si può dire che il nulla è?
28. Dunque la verità è discorso che disegna l'intero, la totalità
29. Il pensiero, il discorso danno forma alla verità. Ma nel fare ciò ci allontanano dalla, quiete del sentire e dunque dalla felicità
30. Il destino del pensare, della sapienza, non è la felicità, ma la ricchezza prima dell'unità vitale
31. Il discorso si fa reale nella società ed è discorso vero quando è società universale
32. Si chiude il tempo del confronto con l'aristotelismo della filosofia araba. t tempo di abbandonare Aristotele - (Tommaso) - per tornare a Platone - (Agostino)
33. Campanella tra Umanesimo cristiano e Controriforma cattolica
34. L'Apologia pro Galileo
35. Sapienza e profezia
36. Gli Antiveneti
37. Chiesa - Religione scienziata - Profezia, Aforismi
politici e Discorsi universali del governo ecclesiastico
38. Il Quod reminiscentur rivolto ai cristiani
39. Il Quod reminiscentur rivolto ai popoli di tutto il
mondo